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Angelino o il Cavaliere?Renzi fregherà uno dei due

Al leader azzurro il premier ha assicurato che la nuova norma sul voto si fa subito, a Ncd che sarà attiva solo dopo la riforma del Senato. Almeno una volta ha mentito

Matteo Legnani
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Premessa: i destini del governo e della legislatura dipendono dalla legge elettorale. Da una parte il Nuovo centrodestra invoca la clausola di salvaguardia (ossia l'emendamento in forza del quale la riforma del Porcellum entra in vigore solo dopo quella del bicameralismo: in pratica una blindatura della legislatura) mentre dall'altra Forza Italia reclama il rispetto dell'accordo primigenio tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi secondo cui legge elettorale e riforme istituzionali devono viaggiare su binari separati (non precludendo dunque alla possibilità di rapido ritorno alle urne a seguito dell'approvazione della legge elettorale). Per rendere più incisive le proprie posizioni, gli alfaniani fanno capire che se salta la clausola di salvaguardia salta pure la maggioranza che sostiene il governo mentre i berlusconiani buttano lì che se si rimette in discussione il patto del Nazareno allora addio sponda parlamentare per le riforme. Il mistero prende corpo nel momento in cui entrambe le parti ricevono rassicurazioni da Renzi circa l'accoglimento della propria richiesta. Al Nuovo centrodestra è stato garantito che la clausola di salvaguardia c'è, mentre a Forza Italia è stato promesso che il doppio binario non si tocca. Posto che l'una promessa è in contraddizione con l'altra, gli scenari possibili sono tre: 1) Renzi ha deciso di fregare Forza Italia; 2) Renzi ha deciso di fregare il Nuovo centrodestra; 3) Renzi ha deciso di fregare uno dei due ma non  ha ancora deciso chi. L'unica certezza, insomma, è che qualcuno è destinato a rimanere gabbato. La consapevolezza di questo rischio inizia a farsi strada nei partiti citati. Se le dichiarazioni in chiaro restano improntate all'ottimismo, lontano dai riflettori ci si interroga sulle reali intenzioni del premier. Delle promesse di Renzi nessuno si fida più di tanto, ed ognuno dei due partiti non può fare altro che sperare che alla fine il rottamatore abbia più convenienza a mettere nel sacco l'altro.  Il Nuovo centrodestra confida pertanto che Renzi abbia interesse innanzitutto a non terremotare la già non solidissima maggioranza che gli consente di stare a Palazzo Chigi. Gli alfaniani sono i primi a sapere che l'ipotesi di crisi di governo sulla legge elettorale è poco praticabile, ma sanno anche che il premier non avrebbe convenienza a fare sì che l'eventualità possa essere anche solo adombrata. Al di là dei problemi pratici che sorgerebbero, l'immagine rissosa e per niente rinnovatrice che di sé darebbe la maggioranza mettendosi subito a litigare su soglie di sbarramento, circoscrizioni ed altre cose non proprio in cima ai pensieri del Paese reale risulterebbe un insidioso boomerang per il rottamatore. Diversamente, in Forza Italia si spera che Renzi capisca che gli conviene fregare Alfano. Il primo beneficiario della nuova legge elettorale, ragionano gli azzurri, sarebbe proprio Renzi, il quale ha poco interesse a logorarsi per tutta la legislatura mettendo la faccia su un governo che è suo solo parzialmente e ha invece tutto l'interesse a dotarsi quanto prima di uno strumento utile a sottrarsi ai ricatti dei piccoli partiti. Berlusconi è certo che ci sia identità di obiettivi tra lui e Renzi: ad entrambi conviene andare a votare in tempi brevi e ad entrambi conviene farlo con una legge che li metta in posizione di forza rispetto agli alleati. E allora che vantaggio avrebbe il premier a legarsi mani e piedi ai partitini? La scuola di pensiero più inquietante è però la terza: quella secondo cui Renzi, semplicemente, non ha ancora capito chi gli conviene gabbare e sta solo prendendo tempo in attesa che le cose diventino più chiara. Questo spiegherebbe la disinvoltura con cui il premier ha accolto ambo le richieste, ma anche la ritrosia manifestata nei giorni scorsi a mettere pubblicamente nero su bianco la propria posizione in materia. Certe prudenze, quando si deve ancora capire cosa conviene fare, sono d'altronde obbligatorie. di Marco Gorra

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