(Adnkronos) - Inoltre, prosegue il giurista Alessandro Pace illustrando davanti alla Consulta la posizione della Procura di Palermo, "vi e' anche il caso di un'ipotesi concreta: visto che il capo dello Stato puo' essere imputabile solo per alto tradimento e attentato alla Costituzione, se un'intercettazione fortuita rivelasse un domani che il presidente della Repubblica sta per ordire un colpo di Stato, la Procura che ne intercetta casualmente la conversazione telefonica cosa dovrebbe fare: distruggerla? No, non potrebbe buttare via quel file ma dovrebbe mantenerlo come prova rivelante". Anche per l'avvocato Mario Serio, il ricorso del Quirinale "e' non solo inammissibile ma anche infondato" la cui scelta da parte del ricorrente viene definita come "un vero azzardo". Sempre a sostegno delle tesi della Procura di Palermo, l'avvocato Giovanni Serges sottolinea che "la decisione di aprire un conflitto di attribuzione da parte del presidente della Repubblica non e' un atto dovuto ne' una scelta obbligata ma una decisione basata sull'opportunita' politica". In ogni caso, ribadisce, "non puo' materialmente interrompersi immediatamente una intercettazione che e' casuale, come quella di Napolitano con Mancino, perche' cio' dovrebbe prevedere la presenza quotidiana e senza interruzioni di un ufficiale giudiziario per ogni intercettazione". Infine, "la stessa Procura di Palermo ha manifestato l'intenzione di voler distruggere le conversazioni del presidente della Repubblica e quindi in tal senso non c'e' alcun conflitto con la richiesta del Quirinale".