l'appello a conte

Roberto Calderoli contro Giuseppe Provenzano: "Aiutare i lavoratori in nero per il coronavirus? Vergogna, si dimetta"

"Se l'epidemia fosse scoppiata al Sud sarebbe stata un’ecatombe". Lo ammette amareggiato Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud, aggiungendo che tutto questo è frutto del disinvestimento nella sanità pubblica. Ma i problemi vanno ben oltre perché il meridione deve fare i conti anche con la questione lavoro. "Qui l'economia ha una vasta zona grigia di sommerso che ha riflessi anche sull’economia legale". Finora, come previsto, le misure del governo a sostegno dei lavoratori hanno riguardato "l'emerso". Ma, per Provenzano, "se la crisi si prolunga, dobbiamo prendere misure universalistiche per raggiungere anche le fasce sociali più vulnerabili: le famiglie numerose, oltre a chi lavorava in nero. Non basta la cassa integrazione in deroga per gli artigiani".

 

 

Una frase che non è piaciuta al leghista Roberto Calderoli: "Pensavo di aver viste tutte, ma mi mancava un ministro che chiede allo Stato di sostenere anche chi lavora al nero". E ha aggiunto: "Forse Provenzano lo ignora, ma chi lavora in nero ruba a tutti e usufruisce senza mettere un euro dei servizi finanziati da chi le tasse le paga e quindi ruba due volte". Per questo il vicepresidente del Senato si appella a Giuseppe Conte: "Il premier può e deve revocargli le deleghe. Se il premier Conte non lo fa allora significa che condivide il pensiero di Provenzano e quindi a dimettersi dovrebbe essere lui".