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Nicola Zingaretti attacca Fontana e Lombardia ma butta i soldi in mascherine fantasma

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«Prima di entrare in reparto munirsi di mascherine che troverete all' interno del reparto». Mancava solo questa tragicomica raccomandazione diffusa dalla Regione Molise e affissa all' ospedale "Veneziale" di Isernia, e poi i colleghi della Regione Lazio, guidati dal gran capo del Pd Zingaretti, si sarebbero aggiudicati l' Oscar sanitario 2020. Hanno comunque portato a casa diverse nomination. Magistratura e Corte dei conti stanno indagando sulle tempistiche di approvvigionamento e sui costi delle forniture di mascherine e altri dispositivi sanitari tra cui ventilatori polmonari, camici e guanti, ordinati dalla Regione e destinati agli ospedali. Materiale già pagato ma arrivato a destinazione solo in minima parte e non proprio a buon mercato, fino a 9 euro e 15 centesimi per una FFP2. La carenza di questi oggetti salva-vita è stata certificata dalla Regione stessa la quale, il 23 marzo (lo ha reso noto Il Tempo), ha inviato a tutti gli operatori della sanità la seguente raccomandazione: «() la gestione dei casi sospetti o confermati di Covid-19 necessita di un' applicazione delle misure di prevenzione che sia razionale e sostenibile». Insomma: le mascherine sono poche, fatevele bastare. E poi: «Per ridurre il consumo improprio di dispositivi di protezione e prevenire la loro carenza è opportuno che gli operatori evitino di entrare nella stanza in cui sia ricoverato un caso sospetto/accertato se ciò non è necessario ai fini assistenziali». Negli uffici di Zingaretti devono aver pensato che medici e infermieri si divertissero a organizzare happy hour tra i letti dei malati.

 

 

 

«In caso di disponibilità limitata è possibile usare la stessa mascherina chirurgica o filtrante per assistere pazienti che siano raggruppati nella stessa stanza, purché la mascherina non sia danneggiata, contaminata o umida». No comment. La Regione, per le forniture-fantasma, ha speso 133 milioni 262 mila 191 euro. Lo schema che ha portato al raggiungimento degli accordi coi fornitori, spesso, è stato il seguente: affidamento, revoca al mancato rispetto della consegna, rinnovo dell' accordo. Il Lazio ha continuato ad anticipare soldi a prescindere dalla consegna del materiale. L' istituzione replica che non è vero pero poi comunica: «L' anticipo, assicurato dalla fideiussione, tornerà immediatamente nella disponibilità della Regione».

Supercommessa - La commessa maggiore di mascherine (35,8 milioni di euro) è stata affidata alla Eco Tech, società che fino a due settimane prima vendeva lampade: 3 ordini annullati per inadempienza, uno rinnovato, e un quarto inoltrato. Ma come: 3 consegne su 4 non sono state rispettate (arrivate 800 mila mascherine su 3 milioni e mezzo di pezzi) e la Regione ne ha effettuata una quarta? C' è di più: la Regione, l' 8 aprile, aveva comunicato che Eco Tech, così come Ex-Or, era «distributore ufficiale» per conto dell' azienda "3M", la quale però oltre ad aver precisato di non conoscere le aziende in questione ha dichiarato di aver ricevuto segnalazioni di persone che si presentano fraudolentemente come sue affiliate vendendo prodotti a prezzi esorbitanti. Chiariamo: nessun riferimento specifico.

Tra i fornitori della Regione c' è chi vende vernici, altri hanno sede alle Cayman e sono finiti nei "Panama Papers". C' è poi chi come la Worldwide Luxury Corner non risultava nemmeno più attiva ma ciò non le ha impedito di ricevere una commessa da 4 milioni 300 mila euro: la ditta è intestata a Patrizia Colbertaldo, candidata nel 2008 con Rutelli e che appoggiava come presidente del municipio di Ostia Paolo Orneli, attuale assessore di Zingaretti. La Cobertaldo ha negato ogni legame. Parliamo di aziende che non si sono mai occupate di materiale sanitario (compresi venditori di prodotti per il benessere sessuale) e finora sconosciute al centro acquisti unico della Regione.

Pochi tamponi - Decine di milioni spesi in mascherine fantasma e poi si scopre che il Lazio ha comprato appena 150 mila tamponi, sufficienti per 75 mila persone dato che per certificare la guarigione il test viene ripetuto. I laboratori privati si erano messi a disposizione ma gli uffici di Zingaretti hanno risposto che era troppo costoso. Il consigliere regionale di Fdi, Aurigella, si concentra sulle residenze assistite (Rsa): «Ci sono una serie di documenti da cui risulta come la Regione a fronte della possibilità di usare i laboratori abbia preferito non farlo aggravando la situazione invece che alleviandola». Tutto questo mentre i Dem, piombati come avvoltoi sull' inchiesta-Pio Albergo Trivulzio, chiedono che la Lombardia venga commissariata. Un' assurdità che peraltro non tiene conto, come evidenziato da Libero, che anche Zingaretti ha chiesto di trasferire negli ospizi una parte di contagiati non gravi.

Il Dem ha poi smentito quello che invece le carte evidenziano: un documento pubblicato integralmente su liberoquotidiano.it nel quale si legge che la Regione Lazio ha dato precise istruzioni per aprire all' interno delle strutture per anziani reparti Covid, ovviamente separati da quelli principali. Esattamente come successo in alcuni sporadici casi in Lombardia. Da qui lo stupore della giunta lombarda per le accuse dei dem. «Non ho accusato nessuno - ha chiarito Fontana - ho solo fatto notare il diverso modo di trattare le notizie da parte di certa stampa a seconda di chi governa».

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