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Coronavirus, altro contagio alla Camera: "Facci lavorare in sicurezza", rivolta contro Roberto Fico

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Un nuovo caso di coronavirus alla Camera ha mandato nel panico i parlamentari. E così sono stati in molti a lamentarsi, tra questi spuntano Alessandro Fusacchia (Misto) ed Emanuele Fiano (Pd): "Le misure prese fino ad oggi - spiega Fusacchia - sono inadeguate. Il governo avvia la fase 2, noi stiamo alla fase meno uno. Questo Parlamento ha bisogno di dirci come lavorare in sicurezza e di accettare, una volta per tutte, che siamo nel 2020". Dello stesso parere anche il dem che definisce - secondo quanto riportato dal Giornale - improrogabile l’esercizio del voto anche in un’altra area del palazzo al fine di garantire il distanziamento necessario.

Eppure tra i più preoccupati ci sono i grillini che addirittura hanno fatto pervenire una lettera al presidente (anche lui pentastellato) della Camera, Roberto Fico. Un tutti contro uno che lo ha irritato e non poco: "Ennesima emergenza contagio alla Camera dei deputati - si sfoga Fico su Facebook -. Chiedo da 2 mesi di avere coraggio e di ammettere il voto digitale a distanza. La Camera continua a lavorare a ritmi blandi e in condizioni di grave rischio, non solo per i parlamentari, ma anche per le dipendenti e i dipendenti. Nonché per le rispettive famiglie".

 

 

I 67 firmatari della missiva hanno chiesto a Fico di trovare soluzioni alternative: "Quanto ancora si vuole aspettare - si chiede il grillino Paolo Lattanzio - prima di intervenire e di capire che siamo nel 2020 e la tecnologia può entrare anche nel rigoroso protocollo della Camera dei deputati? Ma soprattutto non capisco perché il Movimento 5 Stelle che da sempre è un sostenitore della democrazia digitale non si schieri fortemente e in maniera compatta in questa direzione, in conferenza dei capigruppo e pubblicamente, lasciando a pochi deputati come il sottoscritto e il presidente Brescia la battaglia per un Parlamento agile che utilizzi anche il voto online". Un'accusa che non ha atteso molto la replica: il diretto interessato ha infatti spiegato che la piena funzionalità della Camera è già garantita, ma non per questo sarà negato un confronto sul tema.

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