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Scandalo giustizia, Alfonso Bonafede si difende: "Condizionato dai boss? Ipotesi assurda", ma Di Matteo conferma tutto

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Il magistrato Nino Di Matteo ha accusato il ministro Alfonso Bonafede di non averlo nominato nel 2018 alla guida dell’amministrazione penitenziaria dopo essere venuto a conoscenza del parere negativo di alcuni importantissimi boss mafiosi detenuti in carcere. I partiti di opposizione sono sul piede di guerra, Giorgia Meloni ha già parlato di dimissioni, mentre sull’argomento Matteo Renzi ha frenato, pur parlando del “più grande scandalo sulla giustizia negli ultimi anni”. L’ex premier vuole però vederci chiaro sulla vicenda prima di parlare di dimissioni.

Il guardasigilli si è difeso con un post su Facebook e ha parlato di “vergognoso dibattito” dal quale è emersa “un’ipotesi tanto infamante quanto infondata e assurda”. Bonafede ha rivendicato di aver sempre agito “a viso aperto nella lotta alle mafie”, ma Di Matteo ha ribadito la sua versione ad affaritaliani.it, gettando ombre sul ministro grillino: “I fatti che ho riferito ieri li confermo - ha dichiarato il magistrato, che ha sollevato un polverone con l’ospitata a Non è l’Arena - e non voglio modificare o aggiungere alcunché né tantomeno commentarli”.

Insomma, Di Matteo è assolutamente convinto della sua versione, al punto da far sorgere degli interrogativi anche all’interno degli stessi 5 Stelle. “Si deve fare luce: se Bonafede ha sbagliato, è giusto che ammetta le sue colpe”: così all’Adnkronos ha parlato Piera Aiello, deputata del M5S e componente della commissione parlamentare antimafia. “Quello che ha detto Di Matteo è pesante - ha aggiunto - il nostro ministro ha cercato di spiegare… Se ci sono stati errori ognuno deve assumersi le sue responsabilità. Questa cosa deve essere chiarita”. 

 

 

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