Matteo Renzi, "no alla sfiducia a Bonafede". Italia Viva salva il governo: "Non la votiamo per motivi politici"
Il "discorso più sofferto della mia vita"? Già, perché Matteo Renzi per l'ennesima volta si inginocchia, ingoia pure Alfonso Bonafede pur di difendere la poltrona e i parlamentari che, in caso di crisi di governo, ad oggi non rieleggerebbe. Mai. Tutto come previsto: Italia Viva non vota nessuna delle due mozioni di sfiducia contro l'improbabile Guardasigilli grillino, blindando così esecutivo e Giuseppe Conte. "Non erano mozioni strumentali, ve lo devo riconoscere - spiega al Senato l'ex premier -. Ma per motivi politici non le voteremo". E i motivi politici sono salvare Conte e se stesso. Poi, certo, Renzi spiega che il momento è difficile, tra ripartenza e coronavirus, e che sono dunque queste le ragioni che lo spingono a salvare Bonafede. Almeno per chi ci vuole crede...
In premessa, al Senato, Renzi ha affermato: "Se votassimo oggi come il vostro movimento ha fatto nei confronti dei membri dei nostri governi lei oggi dovrebbe andare a casa. Alfano, Guidi, Boschi, Lupi, Lotti, De Vincenti. Ma noi non siamo come voi". Dunque, annunciano il "no" alle mozioni di sfiducia, il fu rottamaotore afferma: "Non le voteremo per motivi politici, in primis per quello che ha detto il presidente del Consiglio. Io penso che lei si assuma delle responsabilità ma noi la seguiamo. Chi di noi si ritiene un patriota istituzionale rispetta quello che dice il presidente del Consiglio. Riconosco al presidente del Consiglio di aver fatto dei passi importanti. Ma c'è ancora molto da fare". Insomma, Renzi ci dice chiaro e tondo di considerarsi un "patriota istituzionale".
Quindi, il leader di Italia Viva smentisce retroscena di stampa circa le trattative degli ultimi giorni e delle ultime ore. "A noi non interessa una poltrona di sottosegretario, interessano i cantieri, la disoccupazione. E noi rivendichiamo il diritto a dire sì, seguiamo il premier nel suo ragionamento istituzionale ma vogliamo fare una riflessione". Insomma, Renzi spiega che non otterrà nulla se non punti programmatici. Staremo a vedere.
Ma nel corso della sua arringa a Palazzo Madama, l'ex premier non risparmia duri attacchi proprio a Bonafede: "Le sue espressioni sul giustizialismo, ministro Bonafede, hanno fatto molto male. Lei diceva che se c'è l'ombra di un sospetto ci si deve dimettere. Io dico no, lo diceva Giovanni Falcone, no alla cultura del sospetto. No al giustizialismo". E ancora: "Faccia il ministro della giustizia, non dei giustizialisti, e vedrà che ci avrà al suo fianco". Infine, un'altra stoccata: "Noi siamo garantisti, significa credere nel rispetto dei cittadini. Nel 2016 Orlando, allora Guardasigilli, venne a dire ci chiedono di far morire Provenzano a casa. L'anno dopo successe per Riina. Noi prendemmo l'impegno di garantire il massimo delle cure ma morirono in carcere perché quello era il loro posto. Voglio dirle, signor ministro, che sul tema delle scarcerazioni c'è stata troppa superficialità", conclude Renzi con un occhio strizzato alla Lega di Matteo Salvini (che proprio su questo punto insisteva nella mozione di sfiducia).