tutto chiaro

Luigi Di Maio liquida Di Battista: "Un nuovo leader? Sarebbe un capo balneare". E sul Pd: "Mi ha sorpreso"

Luigi Di Maio, dopo gli scontri che hanno visto protagonista il Movimento 5 Stelle, continua a ribadire che è tutto tranquillo. Sarà, anche se il botta e risposta di settimana scorsa tra Beppe Grillo e Alessandro Di Battista sembra far pensare a tutto tranne che a un clima disteso. "Entrambi - si è giustificato in un'intervista al Fatto Quotidiano - vogliono un bene dell’anima al M5S, e tutti e due vogliono che il governo vada avanti". Peccato però che i grillini debbano ancora fare i conti con la patata più bollente di tutte: gli Stati generali e la nomina di un nuovo leader politico che vada a sostituire il reggente Vito Crimi. Questo il tema su cui preme una parte, non tutta, del Movimento: "Se ora nominassimo un leader sarebbe un capo balneare, perché durerebbe poco. Prima dobbiamo fissare il programma che serve al Paese e risolvere i problemi del M5S. Poi si potrà pensare alla struttura. Quando e come? Saranno Crimi e Grillo, a stabilirlo e a fare sintesi".

Insomma, niente cambiamenti fino ad ora. Frase che lascia pensare a un'altra questione spinosa: il vincolo del doppio mandato su cui Di Maio e il Garante stanno discutendo. Proprio questo, secondo un retroscena di Dagospia, sarebbe il motivo di litigio con Dibba. A lui nel 2018 fu promesso di diventare leader del M5s subito dopo Di Maio. Questo sempre che il vincolo del doppio mandato non dovesse ssere essere abolito. E forse, proprio in quest'ottica, si deve leggere il "prendiamo tempo" di Di Maio che sembra non sdegnare il ritorno da leader.

 

 

Non solo, perché il titolare della Farnesina punta al futuro: "Tra risultati e programmi il Movimento può governare per i prossimi venti anni". E, nel blindarsi la poltrona, Di Maio spende anche una parola per il Pd: "Ero scettico, ma devo dire che il primo anno di lavoro con il Pd mi ha sorpreso. Durante la pandemia abbiamo cementato i rapporti e lavorato molto bene assieme. Noi 5Stelle stabiliremo dei nuovi obiettivi, poi vedremo chi vorrà realizzarli con noi". Nemmeno sul Mes Di Maio sembra avere dubbi sulla sua "inadeguatezza", anche se pur di rimanere al governo, il contentino ai dem pare essere dietro l'angolo.