Il nodo

Giuseppe Conte col M5s: "Benetton, una presa in giro. Al CdM presenterò la revoca"

Il nodo Autostrade, che ha visto il governo ancora una volta diviso, sembra vicino a essere sciolto. Giuseppe Conte è sempre più propenso a confermare la revoca ad Aspi per le concessioni in merito al nuovo ponte di Genova. "I Benetton non hanno ancora capito che questo governo non accetterà di sacrificare il bene pubblico sull’altare dei loro interessi privati", ha tuonato il premier in un'intervista a La Stampa, aggiungendo che i Benetton "hanno beneficiato di condizioni irragionevolmente favorevoli per loro: può bastare così. Porterò la questione della revoca in Consiglio dei ministri e decideremo collegialmente, ma non siamo disponibili a concedere ulteriori benefici". 

 

 

Un'intenzione ribadita anche sul Fatto Quotidiano, anche qui intervistato in merito: "Sarebbe davvero paradossale se lo Stato entrasse in società con i Benetton. Non per questioni personali, che non esistono, ma per le gravi responsabilità accumulate dal management scelto e sostenuto dai Benetton nel corso degli anni fino al crollo del Morandi e anche dopo". Aspi secondo il presidente del Consiglio tenta invano di "perpetuare il regime di favore in caso di nuovi inadempimenti degli obblighi di concessione, prendendo in giro non il presidente del Consiglio, ma i familiari delle vittime del ponte Morandi e tutti gli italiani".

Un argomento, quello di Autostrade, che vede accapigliarsi Pd e Italia Viva, contrari alla revoca, e M5s, a favore, perlomeno a parole. E così Conte vorrebbe intraprendere un’altra via: non la revoca ma una nazionalizzazione, con Aspi società privata senza i Benetton e al loro posto Cassa Depositi e Prestiti. Questa forse la soluzione che vedrà tutti i ministri riuniti in Consiglio martedì d'accordo. Anche se con i giallorossi mai dire mai. Intanto però il timore per la decisione del governo ha fatto crollare in Borsa Atlantia che in apertura di settimana ha subito una caduta dell'12%.