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Vincenzo De Luca, l'affondo di Stefano Caldoro: "Come Cetto Laqualunque, nemmeno il Pd voleva candidarlo"

Salvatore Dama
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Stefano Caldoro è il candidato del centrodestra alla Presidenza della Regione Campania. La sua sfida è la più difficile delle prossime Regionali, ma lui non si perde d'animo. Ha già battuto Vincenzo De Luca, nel 2010, e non teme la popolarità del suo "successore", come lo chiama lui.

Presidente Caldoro, lei sa come si batte De Luca. È convinto di ripetersi? Il suo avversario ormai è un personaggio famoso in tutto il mondo, citato anche da Naomi Campbell
«Io parlo con i cittadini campani tutti i giorni. In 5 anni non ha fatto nulla. Ed era giudicato negativamente da tutti, al punto che fino a febbraio non voleva ricandidarlo nemmeno il Pd. Ha giocato tutto sulla comunicazione durante la pandemia, ma la notorietà non è consenso. In autunno arriverà la crisi e il mio pensiero va ai tanti campani che non prendono la cassa integrazione da mesi. Non credo che Naomi abbia di questi problemi».

Il lanciafiamme di De Luca ha catalizzato l'attenzione dei social. Qual è la sua arma di distruzione di massa?
«Le battute non coprono la realtà. Ho letto che darà lavoro a un'intera generazione: mi è venuto in mente Cetto Laqualunque. Le sparate ad effetto però non coprono i dati negativi: la Campania è la regione più importante del centrosud, la seconda d'Italia, ma con questi novelli Cetto Laqualunque è finita in zona retrocessione in tutti gli indicatori socio-economici. I fatti hanno la testa dura. I campani non sono fessi».

La Campania, in particolare Mondragone, è stata al centro della cronaca nazionale. Cos' è stato sbagliato? De Luca se l'è presa con i giornalisti
«Sono stato a Mondragone, conosco bene le criticità di quei luoghi. La regione ha prima nascosto tutto, poi ha dichiarato la zona rossa, chiedendo l'intervento delle forze armate. Quanti errori! Purtroppo, in Campania, si fanno pochi tamponi perché la Regione vuole nascondere i dati veri, come ha detto Luca Ricolfi. Manca la prevenzione. Noi dobbiamo proteggere i campani, non insultarli. Il caso di Mondragone ha spaventato i turisti che volevano venire in Campania: a giugno il settore turismo ha fatto -90% rispetto ad un anno fa».

I sondaggi però premiano De Luca. Lo danno in grande vantaggio e la Campania viene vista come un feudo rosso difficile da espugnare.
«L'unico sondaggio vero rivela che la distanza è di soli sei punti. Le altre rilevazioni sono fake news fatte uscire ad arte. Se il centrodestra è unito, in due mesi possiamo recuperare. Milioni di campani ci guardano con attenzione. Vogliono un'alternativa. Penso alle partite Iva, abbandonate dal governo e dalla Regione. Ci sono tre miliardi di fondi europei non spesi: io li destinerò ad abbassare le tasse a piccole e medie imprese. L'ho già fatto. So come si fa».

Ci sono un po' di transfughi che saltano sul carro del centrosinistra. Non teme che non sia un buon segnale per lei? Salvini in Campania funziona o no?
«La sinistra ha tanta paura di perdere, prende di tutto. Chi usa la Lega come scusa per buttarsi a sinistra, dimentica che il mio avversario usa metodi da burocrate comunista. Ricordo che alle ultime Europee 1 campano su 5 ha votato Lega. I cittadini sono molto più avanti di certo ceto politico».

Cosa ne pensa del governo Conte? Come sta affrontando la crisi? Per il Sud le previsioni economiche sono più devastanti del Nord: un governo con tanti ministri campani rischia di cadere proprio al Sud?
«Il governo Pd-M5S produce carte. Il Decreto rilancio non sarà operativo prima di inizio 2021. Il decreto semplificazioni produrrà solo ulteriore burocrazia e altri contenziosi amministrativi. Il Sud soffre di più perché ha un'economia basata sui servizi, in particolare il turismo che è stato abbandonato dal governo, con un ridicolo bonus che non funziona. Il voto in Campania è decisivo: se vinciamo nella Regione più importante d'Italia che va alle urne, il governo Conte cade. Il centrodestra qui si gioca la sua finale. Vogliamo vincere, come il mio Napoli in finale contro la Juve. Alla fine, ai rigori, abbiamo vinto».

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