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Matteo Salvini, il retroscena sull'arresto di Scillieri: "Può essere il Palamara della Lega". A cosa puntano i pm

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Uno dei commercialisti vicini alla Lega arrestati nelle scorse ore, Michele Scillieri, è stato spiato attraverso un trojan installato nel suo cellulare. Proprio come accaduto all'ex capo dell'Anm Luca Palamara, che intercettato ha svelato tutte le magagne della magistratura italiana. La speranza dei magistrati che stanno indagando sul capannone di Cormano è che Scillieri sia "il Palamara" del Carroccio e che sveli che fine hanno fatto i famosi 49 milioni di euro della Lega. Perché alla fine l'obiettivo degli inquirenti è questo, quasi dichiarato: incastrare Matteo Salvini, tirarlo in ballo in un modo o nell'altro anche se finora, spiegano gli stessi inquirenti, non c'è alcuna evidenza di passaggio di soldi dai commercialisti alle casse di via Bellerio nell'ambito della compravendita "gonfiata" del capannone della Lombardia Film Commission. Per questo, suggerisce il Giornale, il trojan inserito nel telefonino di Scillieri "trasforma potenzialmente l'indagine su un modesto capannone in quel di Cormano, un affare da 800mila euro con presunta cresta spartita fra gli amici degli amici, in un'indagine pesantissima, superinvasiva, ad altissima definizione sulla Lega".

 

 

 

Scillieri non è un pesce piccolo: era revisore dei conti del partito e incontrava regolarmente parlamentari, "che naturalmente con questa storia non c'entrano nulla", sottolinea ancora il Giornale, ma che ora rischiano di venire tirati in ballo nel più classico calderone che mescola stampa, giustizia e politica allo scopo di gettare fango sugli avversari. Si parla già di "spezzoni di dialoghi" e "frasi sconvenienti" pronte per essere pubblicate, e pazienza se saranno decontestualizzate. Anzi, meglio. D'altronde, cosa di meglio di uno scandalo giudiziario alla vigilia delle elezioni regionali in cui Salvini e la Lega sognano il cappotto 7-0? Gli arresti erano stati chiesti il 15 luglio, ricorda ancora il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, "ma sono stati eseguiti quasi due mesi dopo, l'altro ieri, quando gli indagati si erano già messi in fila per farsi interrogare in procura". "Questa vicenda finirà in nulla come tutte le altre in cui cercano soldi che non ci sono", si dice tranquillo Salvini. Ma nella Lega c'è chi teme la spallata dei pm.

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