La svolta

Gregoretti, convocata anche Luciana Lamorgese: perché è un punto importante a favore della difesa di Matteo Salvini

Luciana Lamorgese finisce in tribunale per il caso Gregoretti. Sarà ascoltata durante l'udienza preliminare del 4 dicembre insieme all'ex ministra dell Difesa Elisabetta Trenta. Prima di loro, invece, saranno sentiti il 20 novembre Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e l'ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli. A chiedere di portare l'attuale ministro dell'interno in tribunale sono stati gli avvocati di Matteo Salvini durante l'udienza di oggi, 3 ottobre. Lo hanno riferito fonti della Lega all'Agi.  In particolare, la difesa vorrebbe accertare se le procedure di sbarco indicate nel capo di imputazione siano tutt’ora seguite dal governo Conte II. E per questo è stato chiesto di procedere anche con un'audizione del ministro dell'Interno Lamorgese. 

Si tratta di una vittoria importante, decisiva, per Salvini. Una conferma importante al fatto che la sua linea difensiva possa essere accolta. Se veniva considerato scontato, o quantomeno probabile, che venissero convocati altri esponenti del governo gialloverde, quello che operò all'epoca dei fatti, era meno probabile che venisse chiamata anche la Lamorgese, successore di Salvini agli Interni nel governo di Pd e M5s. Insomma, Salvini vuole dimostrare come con il passaggio di consegne non sia cambiato nulla al Viminale, e il fatto che la Lamorgese venga convocata dimostra come la tesi sia tutt'altro che peregrina (si pensi, che la Ong Sea Watch ha recentemente accusato i giallorossi di "far peggio di Salvini").

 

 

 

La difesa di Salvini si riferisce insomma ai recenti casi di sbarco dei migranti dalle Ong. Nei mesi scorsi, infatti, la Lega ha fatto notare che, a volte, tra il primo appello lanciato da una nave per individuare un porto sicuro in Italia e l'effettivo sbarco sono trascorsi più dei cinque giorni contestati nel caso Gregoretti. E questo, quando al Viminale non c'è più Salvini, ma Luciana Lamorgese, espressione della maggioranza Pd-M5S. Gli avvocati del leader leghista vogliono dimostrare che non c'è alcun tipo di differenza tra le scelte di Salvini e quelle dell'attuale ministro.