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Coronavirus, Campania in crisi: oggi peggio che a marzo. De Luca, a novembre si stimano oltre i 20mila contagiati

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Scampata alla prima, ma non alla seconda ondata. È quanto accade a Napoli dove il coronavirus dilaga in tempo record. Nella regione di Vincenzo De Luca gli ospedali sono al completo. Anche al Cotugno, polo delle malattie infettive, non c'è più un posto libero. Ormai tutti i reparti sono stati riconvertiti per accogliere pazienti Covid, i posti di terapia intensiva sono passati da 8 a 16, stessa disponibilità per la terapia subintensiva. In tutto ci sono 140 pazienti ricoverati, "e non appena si libera un letto, subito viene occupato - spiega alla Stampa il fisioterapista Alfonso - negli ultimi dieci giorni è stato un continuo, io che giro tra i reparti l'ho notato subito".

Da una settimana infatti la Campania è la regione che registra più contagiati, hanno quasi raggiunto quota 16mila, 10mila solo a Napoli e provincia, secondo le previsioni degli epidemiologi entro novembre si arriverà oltre i 20mila. "Arriva più gente rispetto a marzo - conferma un infermiere - ma in generale sono pazienti meno gravi, perché con un'età media più bassa. Se aumentano i posti letto il sistema tiene, se lo scenario clinico cambia e cresce il numero di quelli da mettere in terapia intensiva, di certo si va in crisi".

 

 

Eppure il governatore dem, che a inizio pandemia ha condotto una battaglia contro la Lombardia, rea - a suo dire - di aver causato troppo morti, non può più scherzare. E così ha deciso di silenziare i media: niente più dichiarazioni in libertà da parte di medici e dirigenti sanitari, vietato parlare con i giornalisti, per avere informazioni sull'emergenza Covid bisogna solo rivolgersi all'unità di crisi della Regione. 

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