Scelte comunicative

Giuseppe Conte prepara il terzo Dpcm: "Serve un reset", vietato dire lockdown anche se sta richiudendo tutto

Guai a parlare di lockdown, le nuove restrizioni saranno un “reset”. Così ha deciso la comunicazione di Palazzo Chigi, con Giuseppe Conte che si appresta a firmare il terzo Dpcm nell'arco di due settimane per causa di forza maggiore, dato che la situazione dei contagi è fuori controllo e le previsioni degli esperti parlano di circa 500 morti al giorno a metà novembre se non si inverte immediatamente il trend dei positivi, che sono talmente tanti da iniziare ad avere ripercussioni molto pesanti sugli ospedali e soprattutto sulle terapie intensive, attualmente occupate per oltre il 15% da pazienti Covid.

Stando alle indiscrezioni del Corriere della Sera, il premier è finalmente deciso a cambiare passo dopo l’incertezza della scorsa settimana e con il nuovo Dpcm - che potrebbe essere pronto per domenica sera - dovrebbe introdurre il blocco a tutte le attività ritenute non essenziali: tra queste non rientrerà sicuramente la scuola e probabilmente andranno avanti anche l’industria, il commercio, l’artigianato e le professioni. Scontata una nuova stretta sul trasporto pubblico che è diventato uno dei principali mezzi di contagio e anche sulle cerimonie, intanto il ministro Gualtieri sta ragionando sul da farsi per aiutare le attività che saranno costrette a fermarsi. In pratica dopo aver invitato all’auto-lockdown, stavolta Conte annuncerà un coprifuoco rafforzato, che dalle parti di Palazzo Chigi definiscono un “reset”, ovvero due settimane di lockdown mascherato per cercare di riportare sotto controllo la situazione epidemiologica.