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Bruno Vespa, pietra tombale su Giuseppe Conte: "La pistola è scarica, gli resta solo quello"

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Giuseppe Conte non non ha più molte carte da giocare, ormai gli restano solo le elezioni: ne è convinto Bruno Vespa, secondo il quale qualsiasi altra via risulta troppo complicata. Per andare avanti, infatti, il premier dovrebbe trovare una quindicina di senatori per poter raggiungere la maggioranza nelle commissioni al Parlamento, dove al momento la situazione è tragica. "Ammettiamo che li trovi. Lasciamo da parte il Superiore Interesse del Paese. Uno che passa dall’opposizione alla maggioranza vuole in cambio qualcosa di concreto: un posto di governo e/o soprattutto la garanzia della rielezione", ha spiegato il giornalista nel suo editoriale sul Giorno. Entrambi i punti citati da Vespa, però, sono problematici. Infatti con il taglio dei parlamentari, che passeranno da 930 a 600, né il Pd né il M5s potranno fare campagna acquisti. Dovranno innanzitutto pensare di farcela loro. "Soltanto se Conte facesse un proprio partito accreditato dai sondaggi di almeno il 10/12 per cento potrebbe accogliere i transfughi di oggi (lo farebbe massacrando il Pd, ma questo è un altro discorso) - ha continuato Vespa -. Ma fino a quando il premier continua a smentire questa possibilità, la pistola è scarica".

 

 

 

Poi c'è l'altro punto: i posti di governo. Con l'apertura della crisi, i renziani hanno lasciato vacanti solo due incarichi da ministro e uno da sottosegretario. Ma a quanto pare non bastano per accontentare tutti i cosiddetti responsabili. A questo punto, Bruno Vespa passa al vaglio un'altra possibilità: "Spacchettare i ministeri per moltiplicarli? Ci serve una legge perché col Conte bis siamo arrivati a 21 ministri e 44 tra vice ministri e sottosegretari che è il numero massimo previsto dalla legge. Per andare oltre occorrerebbe un decreto, assai impopolare in questo momento". Anche questa, quindi, un'ipotesi non praticabile. E poi c'è un altro problema, come spiega il giornalista: "E’ possibile fare un rimpasto ampio senza passare per le dimissioni e un reincarico? Sembra di no. Mattarella è muto, ma non cieco. Ci sono limiti invalicabili". L'unica soluzione, insomma, sono le tanto temute elezioni.

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