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Matteo Renzi, indiscrezioni: le mosse al Quirinale per bruciare il Conte-ter

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Matteo Renzi è soddisfatto delle dimissioni di Giuseppe Conte e, in serata, rende pubblico il suo pensiero: "Noi andremo al Quirinale senza pregiudizi. Per noi la priorità è aiutare i cittadini a uscire da questa fase di stallo e di difficoltà non solo economica. Ci vuole un salto di qualità per scommettere sui progetti che fanno creare posti di lavoro e cambiare passo nella gestione dei vaccini. Questo significa avere una visione da qui a trent' anni, non da qui a trenta minuti", ha spiegato l'ex premier.

 

 

 

 

Dal canto suo ribadisce di non avere chiusure sulla figura di Conte, ricordando che è sta lui a far nascere il Conte bis, "per mandare a casa Salvini". In mente ha già quello che chiederà a Mattarella quando il gruppo di Italiua Viva salità al Colle per le consultazioni: "Sprecare i soldi del Recovery, perdere tempo sui vaccini, ritardare il ritorno a scuola, vivere di sussidi, sarebbero errori imperdonabili. Noi ci siamo". Ma non è una mano realmente tesa al premier dimissionario. Conte non viene mai nominato e inoltre Renzi chiede "un governo serio, di legislatura, che dia risposte concrete e non evasive alle sfide drammatiche della pandemia e assicuri con la ripresa. Un governo europeista, non a parole, ma nei fatti: capace di concretizzare in progetti il gigantesco sforzo del Next Generation Eu".

 

 

 

 

Un fedelissimo di Renzi traduce, al Corriere della Sera, il reale pensiero del senatore di Rignano: "È evidente che Matteo preferirebbe un presidente del Consiglio diverso da Conte. E a sua volta Conte preferirebbe una maggioranza senza Italia viva. Ma Matteo è consapevole altresì che si tratti di una partita a scacchi dall'esito non scontato. Dunque non esclude un Conte ter". Fonti qualificate poi confermano contatti tra l'ex premier e Luigi Di Maio. 

 

 

 

 

Una notizia che dà adito a possibili nuove strategie tra alleati riottosi che potrebbero dissotterrare, per una volta, l'ascia da guerra ed unirsi con l'obiettivo comune di far fuori Conte e proporre a Mattarella un altro nome per la presidenza del Consiglio.

 

 

 

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