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Mario Draghi, la replica al Senato: "Immigrazione, l'Europa non decide. Necessario un accordo"

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Puntualissimo, nel giorno della fiducia al Senato, Mario Draghi risponde agli interventi sentiti in aula. Prende la parola alle 20.40, come da programma, ed esordisce subito con dei problemi con il microfono: "Scusate, ma devo ancora imparare", scherza il presidente del Consiglio quando gli viene fatto notare che non si sentono le sue parole. Una replica breve, quella di Draghi, durata meno di 15 minuti. Un discorso in cui ha affrontato alcuni temi specifici, anche piuttosto spinosi. Come l'ambiente: "Questo governo intende andare avanti nel progetto di inserire la tutela dell'ambiente in Costituzione", parole evidentemente rivolte al M5s, un tentativo di tenerli buoni. E ancora, sul tema Cultura: "I ristori non bastano, bisogna tutelare il settore e i lavoratori". Poche parole per sconfessare la linea del suo predecessore, Giuseppe Conte.

Ma un passaggio, importantissimo, è piovuto anche sul tema dell'Immigrazione, ovviamente decisivo per la Lega e Matteo Salvini. Parole pesanti contro l'Unione europea, quelle usate da Draghi, che ha accusato Bruxelles di essere in una situazione di "stallo politico", dove "è impossibile prendere una decisione" che metta d'accordo i paesi delle frontiere esterne e quelli dell'Est e del Sud, come l'Italia. "Il problema dell'immigrazione va risolto in sede Europea", ha spiegato, aggiungendo di voler combattere per un accordo sulla redistribuzione dei migranti, tema su cui fino ad oggi non si è arrivati a un punto. Il fatto che Draghi ne abbia parlato in modo netto, esplicito, fa comprendere come la questione sia un'assoluta priorità.  "Senza riportare legalità e sicurezza non ci può essere crescita", ha poi chiosato Draghi.

Per quel che riguarda l'ambiente, come accennato, il premier ha affermato: "Lo sviluppo sostenibile è alla base della giustizia tra generazioni. So che il Senato sta discutendo per inserire il concetto in Costituzione. Questo Governo conferma l'impegno di andare in questa direzione". Quindi, un messaggio alle regioni e agli enti locali: Certe cose non si fanno se non vengono discusse con le Regioni". E ancora, ha sottolineato che "il coinvolgimento di Regioni, comuni e parti sociali non solo è indispensabile, ma essenziale". Insomma, una chiara promessa, ossia quella di una maggiore collegialità nelle decisioni per il contrasto della pandemia da coronavirus.

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