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Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, ipotesi grande-centro: ecco quanto vale nei sondaggi, un ribaltone politico?

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Il combinato disposto Draghi premier ed Enrico Letta segretario del Pd ha rimesso in moto la macchina: un grande centro, che vada da Matteo Renzi a Silvio Berlusconi, comprendendo tutto quello che c'è in mezzo. Il leader di Italia Viva ne è convinto da tempo, e in fondo questo pensiero ha guidato le sue mosse: "Visto che Letta ha detto di voler parlare con tutti - spiega l'ex premier in un retroscena di Augusto Minzolini sul Giornale - noi sabato gli chiederemo se vuole stare con noi o con i grillini. Il centro? È un percorso lungo e fino alle prossime amministrative di ottobre ci sarà una fase di studio. Ora dobbiamo pensare solo ai vaccini".

 

 

 

L'orizzonte temporale, insomma, è già fissato. Carlo Calenda, che con Azione è tra i più penalizzati dal ritorno al passato "riformista" e ulivista del Pd lettiano è perplesso: "Constato che Berlusconi resta nel centro-destra e che Renzi non ha costanza, ricerca i colpi di scena ma esclusivamente per i fatti suoi". Le conferme e gli entusiasmi maggiori, dunque, sembrano arrivare proprio da Forza Italia. Primo scenario: una nuova alleanza alle amministrative siciliane: "Dovremmo mettere insieme - spiega l'azzurra Giusi Bartolozzi a Minzolini - tutto quello che c'è tra Renzi e noi. Se lo facessimo daremmo le carte a tutti, tanto più ora che il Pd ha fatto un ritorno al passato. Ma ci vorrebbe un visionario, com'era un tempo Berlusconi".

 

 


Al momento, appunto, manca il leader federatore di due anime così lontane eppure così vicine. "Con una geografia politica ed elettorale ancora più frastagliata di un mese fa - suggerisce Minzo -, la galassia centrista, se si mettesse insieme, o meglio si federasse, potrebbe raggiungere, secondo gli ultimi sondaggi, un 9-10%; se si aggiungesse anche Forza Italia, o parte di essa, nascerebbe un agglomerato che diventerebbe il secondo soggetto politico del paese dopo la Lega". Soprattutto, "avrebbe una capacità contrattuale non indifferente", sia con sistema proporzionale sia con quello maggioritario. Ne sarebbe sconvolto l'intero scenario politico, perché "l'alleanza con una federazione di questo tipo sarebbe essenziale per Letta per essere competitivo; e per Salvini e soci per avere la sicurezza di vincere".

 

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