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Pd, rivoluzione-Letta: nominate tre donne per la gestione della comunicazione

Enrico Paoli
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C’è sempre una prima volta. Anche per chi ha una storia, e una tradizione a lungo tramandata, solidamente maschilista. Perché in tutte le sue mutazioni di pelle - i geni sono rimasti sempre quelli - gli eredi di quello che fu il grande Partito comunista sono sempre stati guidati da uomini. Con Enrico Letta alla guida del Pd, quel quadro monolitico si è spezzato. Per la prima volta nella sua storia, dal Pci ad oggi, saranno tre donne a gestire la comunicazione del Partito. Monica Nardi è stata nominata portavoce del segretario e responsabile della Comunicazione del Partito democratico. Tiziana Ragni, invece, assume il ruolo di Capo ufficio stampa mentre Chiara Pasqualini diventa responsabile della comunicazione integrata.

 

 

Al Nazareno, d’ora in poi, chi dice donna non potrà dire danno, riproponendo uno stereotipo della cultura maschilista, in voga sino ad un po’ di anni fa, per diminuire il peso delle signore al volante. D’ora in poi donna, nel Pd, vuol dire potere e posti di vertice. Del resto tutto questo non era scontato. Sebbene il Partito, fin dalla fondazione, abbia annunciato di voler “aprire le porte alle donne dando loro gli stessi diritti e le stesse opportunità” (Manifesto dei Valori), ha completamente disatteso le premesse. Basti dire che in 14 anni, nemmeno l’ombra di una leader donna. E solo due sono state le candidate alle primarie (Bindi e Puppato). Nello Statuto la carica di segretario è declinata al maschile. Mica un caso.

 

 

Ma c’è un altro dettaglio che rende particolarmente significativa la nomina delle tre donne ai vertici della comunicazione dei Dem. Monica Nardi, 43 anni, portavoce storica di Letta, è stata ricercatrice ed editor, dal 2003 al 2014, all’Arel, l’Agenzia di Ricerche e Legislazione fondata da Nino Andreatta, maestro di Enrico Letta. E, guarda caso, per la sostituzione di Fabrizio Salini al vertice della Rai il nome più gettonato è quello di Tinny Andreatta, figlia dell’ex ministro democristiano e ex direttore di Rai Fiction. Sarà pure tutto un caso, ma la pista è solida, tanto che al settimo piano del palazzone sorvegliato dal celebre cavallo morente, sono già iniziati i riposizionamenti rispetto all’amministratore delegato. E anche chi non era troppo amico dell’Andreatta ora cerca sponde nel Pd. Perché la Rai resta uno dei grandi obiettivi dei dem. In attesa del valzer delle poltrone di viale Mazzini, dopo otto donne nella segreteria, e due capigruppo parlamentari, ecco due donne a veicolare il messaggio del Partito. Chissà, forse qualcosa è davvero cambiato….

 

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