Una questione politica

Luca Zaia apre il fuoco contro Draghi e Speranza: "I soldi del Recovery? Ce li mangiamo col coprifuoco"

Il coprifuoco non fa dormire sonni tranquilli il governo. Dopo la battaglia della Lega rimasta non andata a segno, è Luca Zaia a rincarare la dose. Tutta colpa della conferma dell'obbligo di fare rientro nelle proprie abitazioni entro le 22 all'interno del nuovo decreto. Una misura che penalizza i ristoratori, già per troppo tempo costretti alla chiusura totale. Lo sa bene il governatore della Regione Veneto che nella giornata del 22 aprile si è lasciato andare a un pesante attacco: "Abbiamo preso atto che la questione del coprifuoco è una questione politica - ha premesso parlando nel consueto punto stampa in un chiaro riferimento a Mario Draghi e Roberto Speranza -. E allora se è politico non è un problema, perché se non è di natura sanitaria non ha alcun senso. È inutile parlare di Recovery Fund se poi il Pil ce lo mangiamo tutto con le chiusure". Questo però - è la precisazione - non significa una "contrapposizione tra Regioni e governo", ma solo "la volontà di portare avanti queste istanze". 

 

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Il leghista non ha alcuna intenzione di rinunciare alla battaglia indetta dal suo leader, Matteo Salvini: "Questo decreto voglio consideralo una fase di assestamento, non un decreto ad assestamento avvenuto. Io spero vivamente che ci sia un decreto correttivo che non è una ammissione di colpa". Per Zaia "la speranza è l’ultima a morire". Per questo il governatore spera che il nuovo decreto divenga "oggetto di un tagliando anche perché è ragionevole rivedere i dati epidemiologici da qui ai prossimi giorni e pensare magari che con maggio si apra un nuovo scenario. La speranza è che le incongruenze ancora oggi visibili vengano risolte".

 

 

Non da meno Salvini. La Lega durante il voto sulle nuove misure ha infatti preferito astenersi. Il motivo? "Confermare il coprifuoco fino alle 22.00 addirittura fino a luglio; confermare la chiusura di bar, ristoranti, piscine, palestre; non ascoltare la richiesta di riapertura in totale sicurezza che arriva da tutti i sindaci di tutti i colori, da tutti i governatori di tutti i colori, dai sindacati, dagli imprenditori, dai commercianti, dagli artigiani, in una situazione sanitaria fortunatamente in miglioramento, significa non fidarsi degli italiani", ha spiegato ai microfoni di Dritto e Rovescio Salvini.