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Giorgia Meloni, la confessione: "Quando i risultati non si vedevano". L'ascesa dopo il momento più duro

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È Giorgia Meloni a mettere in guardia Silvio Berlusconi sulla volontà di andare oltre la federazione con la Lega. "L'idea di una federazione fra i partiti che sostengono il Governo la trovo intelligente, serve a difendersi dall’aggressione della sinistra che pretende di imporre le proprie politiche in maggioranza. Mi sembra utile un maggior coordinamento, aiuta il lavoro". Ma di lì a pensare a un partito unico meglio andarci con i piedi di piombo.

 

 

Memore dell'esperienza passata la leader di Fratelli d'Italia al Corriere della Sera boccia la proposta del numero uno di Forza Italia: "Ho sempre pensato che le specificità di ogni partito siano la forza del centrodestra. Rappresentiamo più del 50 pr cento degli elettori: omologare tutto ci farebbe perdere più di quanto potremmo guadagnare. Io ho vissuto l’esperienza del Pdl: dopo lo slancio iniziale, riuscire a conciliare le diverse identità ha portato a scontri e a mediazioni poco efficaci". Insomma, "il partito unico ha più rischi che vantaggi".

 

 

E a chi maliziosamente le chiede novità sulla leadership del centrodestra, la Meloni preferisce sorvolare. Nonostante l'ascesa di FdI nei sondaggi (c'è addirittura chi la vede davanti al Carroccio di Matteo Salvini), la sua leader è cauta. Facile - è il suo ragionamento - passare "dal 5 per cento al 15". Molto meno farlo "dal 3 al 5": "Sono 10 anni che esiste FdI, stiamo raccogliendo i frutti di un grande lavoro. Ci sono stati momenti in cui ho pensato: ho fatto la scelta giusta? Lavoravamo, ma i risultati non si vedevano". Ora la situazione è cambiata e secondo la regola pattuita tra gli alleati chi prende più voti diventa premier, "Ma questo non mi interessa", ripete. L'unico obiettivo di FdI è andare al voto, che la Meloni spera essere dopo l’elezione del capo dello Stato: "Siamo una Repubblica parlamentare e le grandi scelte le fa il Parlamento, che non può continuare a essere dominato da M5S e Pd, partiti che non rappresentano affatto la maggioranza del Paese". 

 

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