Livore

Alessandro Di Battista, l'odio per Mario Draghi: "Ecco che fine spero che faccia", il desiderio inconfessabile

"Con un certo cinismo politico, mi piacerebbe che Draghi fosse candidato da tutti i leader di partito al Quirinale e poi trombato nel segreto dell'urna": questo l'auspicio di Alessandro Di Battista, ormai ex M5s. Durante un colloquio con La Stampa, però, il ribelle ha ammesso che il suo desiderio non si avvererà mai: "In troppi sono attaccati con il Vinavil sui glutei e non rischieranno di andare a casa". Sul suo futuro, invece, ha ancora dei dubbi: "Non so cosa farò. Gianroberto Casaleggio ci ha messo quattro anni per fondare il Movimento, io non ho fretta". Anche se continua a ripetere: "Io non mi piego al pensiero unico".

 

 

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Di Battista non ha risparmiato critiche nemmeno a Matteo Renzi: "Vuole fare il segretario generale della Nato, aumenterà il consenso per uscirne", a Piercarlo Padoan e ai mezzi di comunicazione. Parole positive solo per Giuseppe Conte, che lo insegue da tempo per farlo tornare nel Movimento: "Con me si è comportato con rispetto, lo ho apprezzato specie durante la pandemia. Però gliel'ho detto: finché sostengono Draghi per me sono avversari. Poi vedremo...".

 

 

 

L'apprezzamento per Conte, comunque, non si estende agli altri membri del Movimento: "Nel 2018 il M5S ha vinto le elezioni anche grazie a me. Poi ho visto una sistematica omologazione del Movimento. Le persone entrano nei palazzi, dove si vive lontani dalla realtà per questioni economiche e di status symbol. Le debolezze umane sono normali, il problema è stato che una parte degli iscritti si è comportata da tifoso, avallandole". Luigi Di Maio mai citato.

 

 

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