Strategie politiche

Mario Draghi, il timore per le amministrative: voto anticipato e Parlamento bloccato?

"Tra gli interrogativi della vigilia, certo, c'è anche il se e il come il risultato di domani potrà influire sulle sorti del governo. Proviamo tuttavia a fare un esercizio di pura logica, per capire cosa potrebbe aiutare e cosa no SuperMario, fermo restando che i conti si faranno dopo i ballottaggi. Supponiamo che domani finisca come tutti o quasi si affannano a prevedere da giorni: 4 a 1 o addirittura 5 a 0 per il centrosinistra nelle grandi città ed elezione con buon margine di Letta nelle suppletive di Siena. Preventivabile un affacciarsi della voglia di voto anticipato nello schieramento vincente e un corrispondente rallentamento dello stesso desiderio nel centrodestra", scrive Marcello Sorgi sulla Stampa.

 

"Il centrodestra eventualmente sconfitto in quest' ipotesi, difficile immaginare una resa dei conti interna. Ognuno ha i suoi guai: Salvini ha Morisi con i festini a base di droga con gli escort gay; Meloni ha i filo-fasci e filo-nazi filmati da "Fanpage" mentre si dichiarano a favore di finanziamenti illeciti al partito; Berlusconi ha un'intera gamma di guai giudiziari che non finiscono mai. In due parole: altro a cui pensare", prevede Sorgi.

 

 

"L'ipotesi opposta, vittoria a sorpresa del centrodestra malgrado i rivolgimenti degli ultimi giorni non è all'ordine del giorno. Anche se tutto è possibile e la sconfitta temuta potrebbe essere addolcita dalla vittoria a Torino e nelle regionali calabresi. La tentazione elettorale, in questo caso, potrebbe farsi risentire, anche sulla base del vecchio precedente delle comunali del '93 in cui i sindaci di centrosinistra spopolarono, ma pochi mesi dopo, il 27 marzo '94, la vittoria nelle politiche andò a Berlusconi. L'attuale presidente della Repubblica non può sciogliere perché è in semestre bianco. Il prossimo è nella mente del Signore. E se fosse proprio Draghi a salire al Quirinale dopo Mattarella? A Draghi, come si sa, di tutti questi ragionamenti non importa nulla. Farà quel che ritiene necessario per l'Italia", conclude Sorgi.