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Centrodestra, ecco perché dopo il voto deve chiedere scusa agli elettori: gli errori dietro alla sconfitta

Renato Besana
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I partiti di centrodestra dovrebbero chiedere scusa ai propri elettori per aver trasformato una possibile vittoria in una sconfitta.Anzi:in una disfatta. Fino al mese di luglio, i sondaggi li davano quas ialla pari con la sinistra, che in qualche caso addirittura sopravanzavano. Poiè arrivatala designazione di Luca Bernardo, sondaggi in picchiata e addio sogni di gloria. Per la stragrande maggioranza dei milanesi era uno sconosciuto: chissà, se l’avessero presentato in febbraio, affiancandogli una comunicazione adeguata, avrebbe forse potuto andare meglio. Invece ci si è arrivati tardi, percorrendo una via tortuosa, tra infiniti bisticci, ripicche e rinvii. Che Sala abbia vinto al primo turno è in fondo un sollievo, che ci ha risparmiato l’agonia del ballottaggio. Più dei partiti di riferimento, alle amministrative conta la persona. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno proposto quella sbagliata.

 

 

Ancora non riusciamo a capacitarci di come si sia potuto bruciare Gabriele Albertini, disponibile a ricandidarsi. Era l’unico, nell’attuale panorama, in grado di raccogliere il consenso dell’areamoderata, stanca di Sala e dei suoi massimalismi, ma che ieri e domenica ha preferito disertare il seggio. Poi è statala volta di Maurizio Lupi: se la poteva giocare, ma è stato triturato anch’egli senza tanti complimenti. Dopo una serie di nomi improponibili, che abbiamo già dimenticato, ecco per l’appunto quello di Luca Bernardo: un medico di successo, molto stimato nel suo ambiente, eppure è sembrato un ripiego, scelto in mancanza di meglio e per di più a tempo quasi scaduto.Alla sua presentazione ufficiale, era il 16 luglio, si respirava un’atmosfera da funzione di suffragio. Giorgia Meloni manco c’era, in quei giorni stava litigando con Matteo Salvini per via del mancato consigliere d’amministrazione in Rai.

 

 

 

La settimana scorsa, a Roma, i due hanno fatto pace per la seconda volta, la prima era stata all’inizio di settembre a Cernobbio, sul lago di Como, al Forum Ambrosetti. Sorrisi e abbracci. Speriamo che duri alla luce dei risultati amministrativi, che imporrebbero una strategia nuova. La lapide sull’intera questione l’ha messa Silvio Berlusconi, che recatosi al seggio ha dichiarato che bisogna cambiare il modo di sceglierei candidati. Ragazzi, ha voluto dire ai suoi giovani alleati, date retta a me, altrimenti non andate da nessuna parte. Sullo sfondo, c’è l’effetto Le Pen, cioè raggranellare cospicui pacchetti di voti ma essere esclusi dal governo. Adesso, nervi a posto e non prendiamocela con il solo Salvini. E neppure con Bernardo: sembra l’omino Michelin, sperso e imbranato ha commesso una serie impressionante di gaffe, ma ha dato tutto se stesso, con generosità, sperando contro la speranza. Esiste una nobiltà anche nella caduta.

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