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Matteo Salvini-Mario Draghi, terminato il vertice lampo: indiscrezioni ad alta tensione. Ed Enrico Letta: "Teatrino, ha stancato"

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Un attesissimo faccia a faccia tra Matteo Salvini e Mario Draghi. Iniziato, intorno alle 16.30 di oggi, giovedì 7 ottobre, è terminato esattamente unpora dopo. Un chiarimento necessario dopo le aspre tensioni di questi ultimi giorni, iniziate con la Lega che, martedì, ha disertato il CdM sulla delega fiscale. Un vertice-lampo, ad alta tensione, ma dove i due avrebbero trovato una sintesi. Il tutto mentre Enrico Letta, spettatore interessato, si spendeva nelle consuete provocazioni nei confronti del leader della Lega: "I giochini di Salvini hanno stancato, è il solito teatrino; i problemi sono solo della Lega", ha commentato sprezzante a vertice in corso.

Salvini, al termin dell'incontro, ha fatto sapere: "Un’ora di confronto con il Presidente Draghi. Incontro molto utile: proposte e soluzioni condivise e impegno a confrontarci sul futuro dell’Italia ogni settimana. I giornali scrivano ciò che vogliono: un rapporto leale, franco e diretto risolve ogni problema e trova soluzioni", ha tagliato corto

In mattinata, Salvini ha chiesto al premier di "mettere per iscritto l'impegno a non aumentare le tasse". Da par suo il premier ha ribadito che il governo mantiene gli impegni presi e "non segue l'agenda elettorale". Insomma, un incontro a cui si è arrivati in un clima esplosivo. Per la precisione, Salvini aveva chiesto al premier di garantire che "non aumenteranno le tasse Irap, Iva, Irpef, conferma flat tax, Imu". Dunque, la stoccata del leader leghista agli altri componenti della maggioranza: "Di lui mi fido, di altri no".

Due ore dopo, l'indiretta risposta del presidente del Consiglio: "In ogni cosa che facciamo rispettiamo gli impegni", ha affermato Draghi durante la conferenza stampa di presentazione del Pnnr. Nessun riferimento diretto, eppure il destinatario del messaggio è da subito apparso chiaro. E ancora, il premier ha aggiunto che "il rispetto degli impegni con l'Unione europea è determinante per l'assegnazione delle risorse".

E Draghi, da par suo, continua a spingere sull'acceleratore: "I tempi per approvare le riforme cominciano a diventare corti, abbiamo un numero rilevante di provvedimenti da approvare fino a fine anno", ha spiegato. E ancora, ha ribadito: "L'azione del governo non si ferma". Ma Salvini, ormai è chiaro, ora vuole che alcune condizioni, decisive, vengano rispettate. O meglio, per dirla con parole sue, messe "nero su bianco".

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