In difficoltà
Giuseppe Conte, psicodramma alla Camera: 30 M5s pronti a uscire, lo scenario
L'endorsement di Giuseppe Conte a Roberto Gualtieri scatena e divide il gruppo dei Cinque Stelle. "Se andiamo avanti così, possiamo chiedere di votare direttamente il Pd al primo turno", replica un esponente del Movimento. "Chissà se andremo a brindare lunedì dopo il voto. Come possiamo invocare la coerenza con chi ci ha sostenuto al primo turno?", domanda un altro pentastellato. "I malumori sono evidenti, specie alla Camera, dove i rumors sull'addio di 20-30 deputati prima di fine anno si fanno più insistenti", rivela il Corriere della Sera. "Rischiamo di fare la fine di Sel", dice in altro grillino.
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Per Giulia Grillo, "si rischia di andare a traino del Pd, di non avere un'identità. C'è un appiattimento palese nei confronti dei dem. Ci vuole un progetto di ricostruzione a livello politico. Se c'è un progetto forte, in cui ci si riconosce tutti, questo sfaldamento non avverrà; ma se si continua col procrastinare le decisioni importanti, alla fine il rischio concreto di non riconoscersi più in un progetto per cui spendersi, c'è". Mentre l'ala più vicina a Raggi cerca di non turbare la tregua e c'è anche chi minimizza: "Chi vuole andarsene è anche chi guarda caso ha arretrati con le restituzioni". E poi ci sono i contiani: "Vogliono andarsene? È un'occasione persa per loro. Stanno sottovalutando la forza di Conte, che non va calcolata certo con le Amministrative ma con il voto delle Politiche".
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Il presidente del M5S intende riportare tranquillità tra le sue fila. "L'idea è quella di coinvolgere il più possibile i pentastellati nella segreteria. L'ex premier ha in mente di creare una struttura importante e un ruolo rilevante sarà svolto proprio dai suoi vice. Ciascuno di loro avrà deleghe pesanti, a partire da nodi cruciali come quelli economici. E poi chiarirà al gruppo che il M5S contiano non vuole essere subalterno ai dem", chiarisce il Corriere.