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Matteo Salvini, cosa deve fare la Lega al governo: "Più felpa e la sinistra andrà in tilt"

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Giuliano Zulin
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Incredibile come dopo 30 anni, parecchi commentatori e sedicenti analisti politici continuino a non capire la Lega. Si ritiene che il Carroccio sia un partito come un altro, ma non lo è. Neanche molti neo iscritti l'hanno capito. Essere leghisti significa lottare contro le ingiustizie fiscali e territoriali, vuol dire battersi per la maggioranza silenziosa rappresentata da lavoratori dipendenti, piccoli imprenditori e pensionati, simboleggia la difesa di tradizioni e modi di vivere costruiti in centinaia di anni dalla gente. Per cui non si può chiedere a Salvini di buttare le felpe e di indossare solo giacca e cravatta. La Lega è genuina, pragmatica e soprattutto deideologizzata.

Dà fastidio, da 30 anni, proprio per questo: non si incasella secondo le categorie novecentesche, tanto amate dai compagni progressisti. E allora la si demonizza, insulta, ridicolizza per spingerla a uscire da questo governo. Provando a violentarle la natura, così da farla sparire. Eh no... Se Salvini si lamenta della riforma del catasto, viene trattato da scemo poiché Draghi sostiene che non ci saranno rincari per i proprietari. Ma dal 2026 probabilmente sì. Il segretario leghista quindi chiede garanzie, chiede di fermarsi, perché lui rappresenta quelle milioni di persone comuni che hanno solo una casa e temono la stangata. Se Salvini attacca la Lamorgese per come gestisce l'ordine pubblico o la questione sbarchi, è considerato un razzista, xenofobo, arretrato, ignorante. Ma persino a sinistra ammettono che la ministra dell'Interno non è all'altezza del compito assegnatole.

 

 

Soprattutto il leader del Carroccio non può tacere dopo che per decenni il suo partito ha fatto della lotta ai clandestini una bandiera. Se Salvini critica l'Europa sulle politiche economico-ambientali deleterie, sull'incapacità di controllare le frontiere, sulle ingerenze nelle politiche dei singoli Stati, è dipinto come un buzzurro, antistorico, inaffidabile. Però poi sono gran parte dei presidenti europei che fanno di peggio, Francia e Germania in primis, portando avanti interessi sovrani e fregandosene dell'Unione. Come fa il Capitano a tacere di fronte al deragliamento di un continente, che in teoria sarebbe il più ricco del mondo? Già Bossi, nei primi anni 2000, definiva la Ue come Unione Sovietica d'Occidente...

Si parla di divisioni nel Carroccio, ok, ci saranno anche. Tuttavia sui grandi temi il partito è uno e uno solo. Solo sul Green pass la Lega di governo è apparsa in contrapposizione con la Lega dei governatori. Alla fine è passata la linea di quest'ultima anima. E il coro di sinistra a dire che Salvini è alla frutta. Come no... Se proprio vogliamo dirla tutta, è l'indecisionismo che non ha convinto. È stato l'equilibrismo a far perdere, forse, consensi al partito di Matteo. È stata quella ricerca del compromesso ad ammosciare la spada di Alberto da Giussano. Invece Salvini deve rimanere se stesso, combattente, sindacalista della gente che non ha rappresentanze, difensore dei territori che non trovano spazio nel circo massmediatico. E deve dare battaglia, rompere le scatole e alzare la voce dentro al governo. Altro che uscire, come sogna tanta gente, che ha poca dimestichezza con le realtà. Serve una linea e tenerla fino in fondo. Si può astenersi in consiglio dei ministri, si può anche votare contro su alcuni provvedimenti, si può rompere le scatole, ma si deve rimanere Lega. O addio voti. Il popolo sa riconoscere chi lo difende. Salvini così non governerà? Mai dire mai.

 

 

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