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Nicole Marnini, "denuncio tutti". Vergogna Pd contro la leghista più votata: perché la hanno "ricoperta di insulti"

Claudia Osmetti
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È venuto giù il finimondo, a San Giuliano Milanese. È bastato che il sindaco, Marco Segala, Forza Italia, vincesse (di nuovo) le elezioni e nominasse la sua giunta, che i "moralizzatori" di sinistra son saltati sulla sedia. Sì, perchè tra gli assessori (con delega alla Cultura e ai giovani), in questo Comune che fa poco più di 38mila abitanti alle porte di Milano, c'è anche la leghista Nicole Marnini che, col sindaco Segala, ha un legame affettivo da almeno 3 anni. Tutto alla luce del sole, sia chiaro: l'amore scoppiato sui banchi del municipio, due persone adulte e consenzienti che (giustamente) non han mai nascosto nulla.

Ci mancherebbe altro. Ma vaglielo a spiegare, ai dem del politicamente corretto. Scandalo-scandalo, gridano. L'han travolta di insulti, Marnini. Sui social gliene han dette talmente tante che lei, per prima cosa, ti risponde: «Agirò in tutte le sedi possibili, anche quelle legali, per tutelare la mia onorabilità. Ma di cosa stiamo parlando?». Ecco, appunto: di cosa stiamo parlando? Per capire l'assurda vicenda che, in queste ore, sta travolgendo la piccola comunità lombarda occorre fare qualche passo indietro. Primo: Marnini ha 26 anni e non è una novellina della politica. Lunghi capelli castani e sorriso simpatico, la carica di assessore a San Giuliano l'ha già ricoperta.

 

 

 

Nella scorsa consiliatura. Sempre con Segala con in quale, già allora, era fidanzata. Però fino a questa settimana la cosa non aveva sollevato il benché minimo impaccio. Secondo: lei, che è una ragazza sveglia e preparata, nella scorsa tornata elettorale ha ottenuto 300 preferenze secche. Non una di più non una di meno: «È stato il risultato migliore in assoluto per un candidato donna in qualsiasi lista presentata in tutta la città», specifica, con un pizzico di comprensibile orgoglio. E che doveva fare l'amministrazione di centrodestra? Ignorare il sacro volere popolare? Terzo: l'affondo, nei suoi confronti, non è venuto a viso aperto, magari in Consiglio o con un'altra via istituzionale, macché.

 

 

 

«Cinque giorni fa», racconta la diretta interessata, «alcuni esponenti politici della minoranza (quindi Pd, M5S e una lista di Sinistra, ndr) hanno diramato un comunicato stampa in cui hanno definito la mia nomina "inopportuna", un "conflitto di interessi", un 'pericolo' perchè dicono "in Italia siamo abituati ad assistere a questi comportamenti con cui vengono assegnare responsabilità ai parenti"». Sotto le lenzuola ognuno fa quel che vuole e il ragionamento vale, ovvio, per qualsiasi partito. Però, a parte l'utilizzo improprio di alcune espressioni perchè di "parenti", tra due persone fidanzate, non si può neanche parlare, «il giudizio espresso democraticamente dagli elettori non dovrebbe essere inviolabile?», si chiede Marnini. E ha ragione: «Invece mi hanno subissato, su Facebook, di commenti sessisti che neanche voglio ripetere. La cosa che mi ha fatto più male è stato leggere post scritti da donne, denigratori, diffamatori». Anzi, pure controproducenti perchè «contribuiscono a quella narrazione per cui io sarei la-fidanzata-di e non Nicole Marnini, una giovane donna che fa politica e che ha raggiunto dei risultati».

Qualche esponente politico locale che si è dissociato con tutto questo ambaradan c'è, dobbiamo dircelo. Ma è cosa marginale. «A me non importa. Sono determinata e andrò avanti lo stesso. Ringrazio tutte le persone che mi hanno espresso solidarietà, e ce ne sono tante: però non torno indietro di un millimetro. Continuerò a lavorare per la mia città con lo stesso impegno che ho sempre messo nelle mie battaglie. A testa alta». Tutto il resto, sono chiacchiere.

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