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Quirinale, "501 franchi tiratori". Gruppi fuori controllo, scenario clamoroso (per Draghi)

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Il dibattito politico si incentra sempre di più sulla corsa al Quirinale. Su chi sarà il prossimo inquilino: "Stavolta il problema non sono i centouno di prodiana memoria. Stavolta ce ne saranno cinquecentouno". Così un parlamentare di lungo corso svela lo scenario possibile per il voto sul Colle. Si deve infatti considerare "la debolezza dei partiti, la rissosità delle coalizioni, l'avvicinarsi della scadenza della legislatura, dopo la quale entrerà in vigore il famigerato taglio dei parlamentari che dimezzerà le prossime Camere. Una riforma voluta dai Cinque Stelle, che oggi si taglierebbero le mani piuttosto che votarla di nuovo, azzerando le proprie possibilità di tornare in Parlamento", scrive il Giornale.

 

 

 

I leader non riescono più a controllare i propri parlamentari: come nel caso delk Pd sul ddl Zan, e a Conte sui capigruppo M5s. In più c'è il variegato gruppo del Misto, dove sono affluiti parlamentari da altri partiti (in primis il M5s) e dove si affollano le componenti più diverse. Alla Camera sono 62 (sette componenti), al Senato 47 (nove componenti). Poi c'è il gruppo di Italia Viva, che con 43 eletti può diventare ago della bilancia, e Più Europa-Radicali e Azione di Carlo Calenda di cui non si sa quale sarà il loro schieramento. Non si sa neanche con chi si schiereranno i 20 ex grillini di Alternativa c'è.

 

 

Anche il centrodestra non può contare sui 31 parlamentari di Coraggio Italia (Toti) o sul Maie. C'è il gruppo delle Autonomie linguistiche (4 deputati e 5 senatori), con Bressa e Casini ma anche senatori a vita come Napolitano e Elena Cattaneo. "Il voto segreto è sempre un pericolo", spiega Simona Malpezzi del Ps. "La vedo difficile, la quota di franchi tiratori è già evidente", aggiunge Pierluigi Bersani. "L'unica cosa che può compattare i grandi elettori è la certezza che non si andrà a votare, per questo è difficile che possa essere eletto un presidente troppo di parte e che non raccolga tutta la maggioranza di governo", rivela Stefano Ceccanti. I Grandi elettori saranno 1008: 630 deputati, 320 senatori (sei sono quelli a vita), 58 delegati regionali, le cui elezioni si svolgeranno di qui al 19 novembre. Dalla quarta votazione il quorum scenderà alla maggioranza assoluta: 505 voti: nessuno dei due schieramenti ha la certezza di riuscire a trovarli.

 

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