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Fabiana Dadone, il siluro grillino su Speranza e Figliuolo: "Il vaccino? Ma se la terza dose..."

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Al governo è dibattito sullo smart working. Se infatti Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione, non ne vuole sapere, lo stesso non si può dire del suo predecessore. "In Italia siamo stati i capofila del ricorso al lavoro agile per i lavoratori, sia pubblici che privati - spiega Fabiana Dadone raggiunta dal Fatto Quotidiano - e ora diciamo no proprio mentre in tutta Europa vi fanno ricorso?". Il ministro Cinque Stelle per le politiche giovanili avanza una nuova proposta, ossia che i dipendenti pubblici "possono decidere la rotazione del personale consentendo il lavoro agile anche fino al 49 per cento, sulla base di una programmazione mensile".

 

 

La preoccupazione della Dadone è soprattutto quella del Covid. I mezzi pubblici nonostante la pandemia e le restrizioni sono sempre affollati. Complice, appunto, la necessità dei lavoratori di andare sul luogo di lavoro. "Non sono un'economista - prosegue -, ma il punto è che bisogna cercare un equilibrio tra la garanzia di servizi e la salute pubblica".

 

 

Un altro tema su cui lo scontro sembra essere parecchio acceso è l'obbligo vaccinale. Il prossimo Consiglio dei ministri potrebbe valutarlo per tutti i lavoratori, ma il Movimento 5 Stelle fa opposizione. "Bisogna ragionarci bene - frena la Dadone lanciando una frecciata a Roberto Speranza e al generale Francesco Figliuolo - guardando i dati. Banalmente, io non riesco ancora a farmi somministrare la terza dose, quindi prima di tutto dobbiamo semplificare l'accesso ai vaccini". Insomma, la ministra non sembra convinta dell'obbligo. Per lei non è questa la chiave giusta per affrontare la pandemia. E chissà se nell'esecutivo è solo il Movimento a pensarla così. 

 

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