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Giuseppe Conte, lo scoop di Report: "Quella era una tangente", l'imprenditore accusa il socio del leader M5s

"Quella era una tangente". L'imprenditore Giovanni Buini a Report mette sotto accusa Luca Di Donna, ex socio dell'ex premier Giuseppe Conte, sul caso delle mascherine. "Stavo commettendo un reato. Punto. Capisce?", sbotta con l'inviata del programma di Sigfrido Ranucci Rosamaria Aquino: "Una consulenza che si paga a un professionista che agevola un'attività è una cosa; quella era palesemente una tangente". Già fornitore della struttura commissariale per milioni di mascherine in Lombardia durante la prima fase della pandemia, Buini deve entrare in una nuova commessa da 60 milioni di euro e per questo cerca di dare un mandato di consulenza per la fornitura all'avvocato Luca Di Donna, ex collega di studio e amico di Conte, immaginando che avrebbe potuto agevolare la trattativa. Ma secondo Buini il legale, accompagnato da due uomini dei servizi segreti, avrebbe chiesto una commissione per la mediazione del 5 per cento. "Una tangente", appunto.

 

 

"In quel momento e in quel contesto un presidente del Consiglio deve occuparsi del sistema paese. Ho sempre detto di seguire con la massima responsabilità" la situazione, si è difeso Conte a Report rompendo il "silenzio" del M5s nei programmi Rai. "Ogni tanto veniva fuori che qualche fornitura veniva pagata eccessivamente", ha detto, rispetto alla "competizione internazionale" sulle protezioni dal virus, nella prima fase del Covid che fu "molto complicata". "Fu molto complicato e chiesi" all'intelligence di dislocare personale alla protezione civile per evitare che ci fossero "truffe".

 

 

"Io mi sono imposto il massimo rigore" da quando sono diventato presidente del Consiglio "e non so nulla da allora della sua attività professionale", precisa Conte riferendosi a Di Donna. E ancora: sull'ipotesi che abbia usato "il mio nome", "sarebbe totalmente illegittimo", dice. "Non l'ho mai ricevuto a Chigi e non so nulla sulla sua attività professionale" spiega sul suo rapporto con l'avvocato Di Donna, che, indagato, secondo l'ipotesi di accusa, avrebbe speso il nome dell'ex presidente del Consiglio per fare affari.