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Quirinale, la cannonata di Vittorio Feltri: "Silvio Berlusconi? Questo signore ha l'età del dattero..."

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Un Vittorio Feltri a tutto campo, quello intervenuto su Radio 102.5, al programma condotto da Massimo Giletti, Luigi Santarelli e Stefania Iodice. Il direttore editoriale di Libero dice la sua su tutti i casi del momento, da Novak Djokovic a Silvio Berlusconi e fino alla corsa al Quirinale.

Si parte dal caso del tennista no-vax, il numero 1 al mondo espulso ufficialmente in mattinata dall'Australia (pende ora un tentativo di ricorso d'urgenza). Su Djokovic, costretto ormai quasi ufficialmente a saltare l'Australian Open e che rischia di essere bandito dal paese per tre anni, Feltri afferma: "Penso che abbia commesso un clamoroso errore, mi sembra abbastanza giusto che adesso ne paghi le conseguenze. Le norme valgono per tutti, non si possono fare delle eccezioni solo perché uno è bravo".

Si passa poi al Quirinale, alla corsa di Berlusconi. Ma il centrodestra è davvero così compatto? "Non conosco queste vicende dall’interno, è difficile esprimere un’opinione. Credo che mandare Berlusconi al Quirinale sia un’operazione più che altro impossibile, perché non mi pare che ci siano i voti a sufficienza per un’operazione simile".

E ancora, il direttore aggiunge sferzante: "Questo signore ha 85 anni, ha l’età dei datteri, che non sono pochissimi, arriverebbe a fine mandato a 92 anni. Sono convinto che invece sarà Draghi al colle perché non è vero che si debbano sciogliere le camere in questa eventualità, perché toccherebbe comunque a Draghi indicare il nuovo capo del Governo, sceglierebbe presumo una persona che gli garantisca continuità alla politica di Palazzo Chigi che è stata attuata finora. Tra Romano Prodi e Berlusconi non c’è differenza. Perché Prodi può andar bene e Berlusconi no?", rimarca Vittorio Feltri

Quando ricordano gli ricordano che Berlusconi è stato chiaro, "se Draghi va al Quirinale andiamo al voto", il direttore risponde: "Non è un guaio andare alle elezioni. Nelle democrazie succede di votare. La costituzione prevede che il premier possa essere scelto da un cittadino qualsiasi, come è accaduto per Conte, Draghi e Ciampi. La stessa cosa vale per il Quirinale: se la costituzione prevede che debba essere eletto dal Parlamento, è chiaro che il popolo non serve", conclude Vittorio Feltri.

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