Nulla è per caso

Rai, Pd e M5s in CdA votano contro l'ad di Mario Draghi: un caso clamoroso prima del Colle. Mentre Lega e Forza Italia...

C'è un grosso problema in Rai, ed è un problema politico per Mario Draghi. Il budget per il 2022, che conferma tra l'altro anche il taglio alla terza edizione dei tg regionali e dei Tg Sport, è stato approvato dal CdA di viale Mazzini con tre voti contrari. E sono pesanti: quello di Francesca Bria, eletta consigliera in quota Pd, Alessandro Di Maio (in quota M5s) e Riccardo Laganà. Tradotto: Pd e M5s hanno votato contro il piano dell'amministratore delegato Carlo Fuortes, scelto dal premier Draghi. Semplificando ulteriormente, la rappresentante dei dem e quello dei 5 Stelle si sono messi di traverso con l'uomo del premier. Non una scelta da fare a cuore leggero e, dicono i più maliziosi, un messaggio forte e chiaro spedito a Palazzo Chigi.  Soprattutto se si considera che a favore di Fuertes, e dunque di Draghi, si sono schierati Lega e Forza Italia...

"I consiglieri Pd e M5s votano contro l’Ad Rai Fuortes sulla competenza più importante del Cda, il bilancio - sottolinea Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della Commissione di Vigilanza Rai -. Una vera e propria sfiducia al vertice aziendale scelto dal presidente Draghi. È un attacco al premier? Qualcuno da Pd e M5s spiegherà? Votare contro il budget è un atto aziendale grave, che non può certo essere motivato dalla semplice contrarietà allo stop all’edizione flash notturna della Tgr".

Secondo quanto illustrato da Fuortes, nel 2022 si "prefigura un risultato in pareggio nonostante la presenza degli oneri legati ai grandi eventi sportivi - in particolare Mondiali di calcio in Qatar e Olimpiadi invernali di Pechino - e gli impatti negativi sul fronte della raccolta pubblicitaria derivanti dalla nuova normativa che regolamenta gli affollamenti. In quello che viene definito come 'contesto di risorse limitate', il Budget 2022 - sottolinea ancora la Rai - prosegue e intensifica il percorso di razionalizzazione dei costi operativi anche attraverso un controllo rigoroso della spesa e la chiara identificazione delle priorità aziendali. La posizione finanziaria netta - si legge ancora nella nota - si mantiene su livelli di piena sostenibilità, ancorché risenta degli impatti dei rilevanti investimenti legati al processo di refarming delle frequenze televisive e dei costi dei diritti sportivi. Il Budget 2022 si pone, inoltre, l'obiettivo di intensificare il percorso di rinnovamento tecnologico e di sviluppo digitale dell'azienda e contempla l'avvio del nuovo modello organizzativo per Generi a partire dal prossimo giugno".

Polemico il commento di Anzaldi: "Cinque mesi fa Fuertes denunciava 57 milioni di deficit. Recupero impossibile in così poco tempo anche se avessero inciso pesantemente sull'organico e sul perimetro. A questo punto, comunque, non hanno più bisogno delle risorse chieste in Vigilanza (110 milioni dal fondo pluralismo, aumento del canone, tassa su telefonini e tablet, azzeramento della tassa di concessione governativa ecc.)".