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Silvio Berlusconi candidato al Quirinale: il vertice di centrodestra a Villa Grande, sfida a Draghi e sinistra

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Centrodestra diviso sul governo ma unito su Silvio Berlusconi al Quirinale. Dal vertice di coalizione a Villa Grande, a Roma, i leader dei partiti e dei movimenti di centrodestra hanno confermato "il reciproco rispetto per le diverse scelte in ordine al Governo Draghi", un passaggio dovuto visto il peso di Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia, unico partito all'opposizione di Mario Draghi. Ma sul Colle "concordano sulla necessità di un percorso comune e coerente, che va dalla scelta del nuovo Capo dello Stato alle prossime elezioni politiche, valorizzando anche le occasioni di convergenza parlamentare sui contenuti che da sempre sono patrimonio comune della coalizione".  

"La figura del nuovo Presidente della Repubblica - sottolineano nella nota congiunta - deve garantire l’autorevolezza, l’equilibrio, il prestigio internazionale di chi ha la responsabilità di rappresentare l’unità della Nazione. Alla luce di queste considerazioni il centro-destra, che rappresenta la maggioranza relativa nell’assemblea chiamata ad eleggere il nuovo Capo dello Stato, ha il diritto e il dovere di proporre la candidatura al massimo vertice delle Istituzioni". 

E la candidatura, come detto, è quella di Berlusconi, "la figura adatta a ricoprire in questo frangente difficile l’Alta Carica con l’autorevolezza e l’esperienza che il Paese merita e che gli italiani si attendono. Gli chiedono pertanto di sciogliere in senso favorevole la riserva fin qui mantenuta".  Su questa indicazione, si conclude la nota, "le forze politiche del centro-destra lavoreranno per trovare le più ampie convergenze in Parlamento e chiedono altresì ai Presidenti di Camera e Senato di assumere tutte le iniziative atte a garantire per tutti i 1009 grandi elettori l’esercizio del diritto costituzionale al voto". Anche perché, in uno scenario di scontro frontale con il centrosinistra, ogni voto potrebbe risultare decisivo, soprattutto dalla quarta tornata in poi.

A margine dell’incontro, inoltre, Berlusconi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Lorenzo Cesa e Maurizio Lupi, confermano a nome dei loro partiti di essere impegnati, in vista delle future elezioni politiche, a non modificare l’attuale legge elettorale in senso proporzionale.

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