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Berlusconi al Quirinale, "tensione al vertice". I centristi rompono sulla legge elettorale: "Non firmiamo"

Andrea Valle
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Tensione al vertice del centrodestra a "Villa Grande", residenza romana di Silvio Berlusconi, sulla legge elettorale. Secondo quanto riferito dall'Adnkronos da alcuni partecipanti al summit, ci sarebbe stata una lunga trattativa su un passaggio da dedicare alla riforma elettorale nel comunicato finale da diffondere alla stampa. Oggetto del contendere, il possibile ritorno al sistema proporzionale. Ignazio La Russa, a nome di Fratelli d'Italia, avrebbe chiesto di specificare che la coalizione di centrodestra punta a preservare il sistema elettorale maggioritario, come del resto stabilito nelle precedenti riunioni dei leader.

 

 

A quel punto il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, fondatore di "Coraggio Italia", avrebbe puntato i piedi, difendendo invece il possibile ritorno al meccanismo proporzionale. Dopo una discussione, si sarebbe arrivati a un compromesso, con la scelta di escludere dalla nota congiunta sul Quirinale ogni riferimento alla legge elettorale e di dedicare al tema un comunicato ad hoc da diffondere successivamente. Cosa che è avvenuta dopo le 19, quando tutti i leader meno uno, appunto Brugnaro- hanno diffuso un secondo testo nel quale confermano l'impegno «a non cambiare la legge elettorale».

 

 

Traduzione: al momento di tornare al modello proporzionale non se ne parla. Con buona pace della formazione che oggi si basa sul primo cittadino veneziano e sul governatore della Liguria, Giovanni Toti. A siglare il secondo comunicato, ecco i nomi di Silvio Berlusconi (Forza Italia); Matteo Salvini (Lega); Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia); Lorenzo Cesa (Udc) e Maurizio Lupi (Noi con l'Italia). L'unico a non comparire è il numero uno di Coraggio Italia. Una conferma che sulle regole del gioco ci sarà ancora molto da discutere. 

 

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