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Denis Verdini, la lettera a Confalonieri: "Bello pensare al suicidio di Gruber e Travaglio". Berlusconi al Colle, la bomba

Denis Verdini

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Denis Verdini ha inviato una lettera a Fedele Confalonieri e Marcello Dell'Utri via e-mail che contiene una serie di passaggi che faranno molto discutere. Verdini, che si trova ai domiciliari per il crac del Credito cooperativo fiorentino, riporta La Repubblica, il 12 gennaio scorso ha scritto: "Caro Marcello, Caro Fedele, è stata davvero una bella mattinata nella quale alcuni ‘vecchietti arzilli’, come quelli di Cocoon, hanno ritrovato il gusto del sogno. Ed è stato bello sognare di mandare Silvio al Quirinale e pensare agli innumerevoli suicidi dei vari Travaglio, Gruber, Zagrebelsky…".

 

 

E ancora, Verdini dà alcune indicazioni per vincere una sfida che sa essere complessa e quasi impossibile: "In trent’anni il centrodestra mai è stato così vicino, nei numeri, a poter conseguire un risultato che mai ha ottenuto". E il presidente di Forza Italia "ha la legittima ambizione di coronare il suo straordinario percorso", "nessuno nel centrodestra può negargli questa opportunità". 

 

 

Pd e 5S, osserva Verdini, "potrebbero essere tentati dalla soluzione dell’Aventino", che già nel 2013 fece implodere il Nazareno con lo psicodramma dei 101 franchi tiratori. Berlusconi "ha dato informalmente 'certezze' su presunte disponibilità di voti o pacchetti di voti in suo favore, al di fuori del centrodestra". Quindi aggiunge: "Credo che in questa fase si possa pretendere la lealtà degli alleati, a condizione che nessuno (e soprattutto Salvini) si veda sottratto il proprio ruolo". Ovvero, "non si può pretendere da Salvini" che "rinunci al tentativo di esercitare un ruolo da king maker. Gli si può chiedere dunque lealtà, ma non fedeltà assoluta, senza se e senza ma. Perché un’eventuale sconfitta sul Quirinale pregiudicherebbe anche la sua carriera politica". Insomma, Berlusconi non può vestire i panni del candidato e del king maker: "Già non è mai esistito qualcuno che si è auto-candidato al Quirinale. Non credo che la storia ci consentirà di fare entrambe le cose".

 

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