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Quirinale, Silvio Berlusconi telefonista? Sallusti: il precedente del golpe bianco di Fini e Napolitano

Alessandro Sallusti
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Tutti a scandalizzarsi per le telefonate che Silvio Berlusconi sta facendo per provare ad arruolare deputati e senatori in vista delle elezioni del nuovo presidente della Repubblica. Tanto clamore mi stupisce, non parliamo infatti di una pratica anomala e inedita della politica. Alla domanda "secondo lei che cosa è il potere" rivoltagli nel 2019 da un giornalista di La Repubblica, Pierferdinando Casini - altro papabile oggi al Colle - rispose con sincerità: «È il telefono che squilla». 

 

 

E chissà quante telefonate molto riservate, negli ultimi anni, hanno fatto i segretari di partiti e i loro colonnelli, gli stessi che oggi si dicono sorpresi dalle chiamate di Silvio Berlusconi, per convincere con la lusinga (e forse altro) deputati e senatori a cambiare partito, un mercato che in questa legislatura ha portato, via telefono, a ben 267 cambi di casacca. Che dire poi di una delle telefonate più note, quella fatta non da un candidato presidente bensì dal presidente in carica Giorgio Napolitano. 

La racconta in un libro, mai smentito, l'onorevole Amedeo Laboccetta. Siamo nell'aprile 2010, Gianfranco Fini vara lo strappo per fare cadere il governo Berlusconi. Laboccetta viene convocato per essere arruolato, è dubbioso. Per convincerlo, Fini chiama il Quirinale e mette il presidente in viva voce: «Caro Presidente, come avrai visto abbiamo vissuto una giornata campale...». «Più che campale - rispose Napolitano - direi una giornata storica...». «Ovviamente, caro Giorgio, continuo ad andare avanti senza tentennamenti». «Certamente. Fai bene ma fallo sempre con la tua ben nota scaltrezza». Amedeo Laboccetta allora annota: «Avevo assistito - in diretta - all'organizzazione di un golpe bianco orchestrato dalla prima e dalla terza carica dello Stato...». 

 

 

Quale sarà l'esito di questa campagna telefonica lo vedremo a breve. Quello che non è possibile è pretendere che Berlusconi faccia un resoconto quotidiano pubblico, tipo bollettino del Covid, come chiedono anche gli alleati. È ovvio che, se individuati in tempo, i contattati con successo si tirerebbero indietro o verrebbero disinnescati. Quindi ammesso che esista, parliamo di un elenco chiuso a doppia mandata in cassaforte. Del resto lo dice anche la pubblicità: una telefonata, a volte, allunga la vita. E, aggiungiamo noi, altre la cambia. 

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