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Mario Draghi, retroscena Quirinale: "Fuoco di sbarramento e veti. Pare che lunedì...". Salta tutto?

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Come sempre, alla vigilia dell'elezione del presidente della Repubblica, si vive non di certezze, ma di sensazioni e di sentito dire. E gli ultimi, su e per Mario Draghi, non sono rassicuranti. Secondo Massimo Franco, notista politico del Corriere della Sera, sarebbe in atto "un fuoco di sbarramento" nei confronti del premer al Quirinale. I retroscena di sabato sono discordanti. C'è chi parla di Draghi come "seconda scelta di tutti", nel centrodestra ancora appeso alla volontà di Silvio Berlusconi di candidarsi o meno. Sulla carta, il Pd è l'unico partito apertamente e ufficialmente schierato per la "promozione" dell'ex numero 1 della Bce, per dare nuove prospettive politiche a un esecutivo che avrà un anno di vita davanti, al massimo. Ma è pur vero che al Nazareno si tifa, in silenzio, ancora per un clamoroso Mattarella Bis. Gli altri partiti, M5s in testa sembrano preferire un nome politico.

 

 

 



Mancano ancora dei giorni decisivi, c'è chi dice che alla fine si convergerà su SuperMario ma a metà settimana. In ogni caso, non il  massimo per il premier che sperava di essere acclamato al Colle un po' come accaduto un anno fa a Palazzo Chigi. "Non è ancora chiaro se sia l'ultima risorsa tattica di una parte della sua stessa maggioranza o se si tratti di un vero e proprio veto, destinato a sfidare la volontà di altre forze politiche di fare eleggere l'attuale presidente del Consiglio", scrive Franco a proposito dell'impasse del centrodestra. A frenare Draghi il rischio che possa passare come "l'emblema di un commissariamento della politica destinato a prolungarsi nel tempo", per altri 7 anni. Sullo sfondo c'è il grosso problema dei partiti: "Sta diventando sempre più chiaro che l'attuale esecutivo non potrà proiettarsi a lungo così com'è: tanto che si tenta di trovare un accordo sul prossimo".

 

 

 



Secondo Repubblica, addirittura, Draghi sarebbe disposto ad accettare l'incarico anche senza un accordo sul prossimo governo, convinto che superato lo scoglio Quirinale tutto magicamente si sistemerà di nuovo. "Ma la previsione generale - conclude la penna del Corsera - è che lunedì le manovre e i veti non saranno ancora chiariti". Non il viatico migliore.

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