Critico e stratega

Quirinale, la "spintarella" di Vittorio Sgarbi: "Perché Mario Draghi sarebbe la vittoria del centrodestra"

Antonio Rapisarda

Vittorio Sgarbi - nel suo sterminato curriculum - è stato pure il "telefonista" con cui Silvio Berlusconi ha condotto l'operazione scoiattolo. A poche ore dalla prima chiama è convinto che il centrodestra possa ancora chiudere la partita a suo favore in due modi. Stando attento però a non sottovalutare proprio gli "scoiattoli".

Onorevole, Berlusconi sul Colle ha fatto un passo indietro importante da ogni punto di vista. Gli analisti si dividono: vittoria o sconfitta?

«È una testimonianza di consapevolezza che corrisponde a quello che gli avevo sempre detto ultimamente. Non capisco perché non gli hanno comunicato prima della convocazione del vertice che bisognava vincere puntando su un altro che era Draghi. A quest' ora avrebbe indicato lui, in grande anticipo, il nome su cui il Pd non poteva che convergere. Ma sono ancora in tempo, lui e gli altri, per farlo».

Scusi, ma non è stato proprio il Cav ad avere impallinato la candidatura di Draghi?

«Ma non è detto... Può darsi che sia una strategia di quelli lì che sono attaccati a lui... Certo, Draghi gli creava una forte competizione. Però nulla mi convince che non sia ancora la soluzione migliore per lui: vorrebbe dire costringere il Pd ad andare al seguito. Certo, c'è un'alternativa, più complicata...»

Maria Elisabetta Alberti Casellati?

«È una donna, è di Fi ed istituzionale. Su questa potrebbero avere un rilievo imprevedibile pure gli ex 5 Stelle che io ho convocato uno per uno e che non vorrebbero Draghi in alcun modo. Insomma, in questo caso potrebbero essere utili loro, insieme a una parte di 5 Stelle che con Conte odiano Draghi, per ottenere un risultato che corrisponde all'identikit auspicato: una figura che non sia Draghi, che non sia del Pd e che sia di centrodestra».

 

 

Lei cosa si augura?

«Per molte ragioni l'indicazione di Draghi sarebbe una vittoria per tutti e in particolare per il centrodestra. Paradossalmente si potrebbe fare un governo giallo-verde con una specie di Conte -ma più intelligente di questo -che ha i voti di tutto il centrodestra, di M5S e Renzi senza Pd. Però nel momento in cui tu fai un accordo sul presidente della Repubblica lo fai anche per il governo. E con Draghi è facile».

Lei oggi per chi voterà?

«Se mi danno l'indicazione, condivisa dal centrodestra, di Draghi vado su Draghi. Altrimenti mi riservo di valutare. Magari voterò Berlusconi da solo».

 

 

E gli scoiattoli?

«Sono tanti e sono senza casa: chiunque gli mettono sotto il naso che non sia Draghi lo votano. Se Salvini, la Meloni e me oggi votiamo tutti Draghi, il Pd che cosa fa? Dice di no perché l'ha proposto Salvini? Insomma, si tratta un'elezione facilissima apparentemente ma difficilissima se uno si incaglia contro Draghi».