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Quirinale. Filippo Patroni Griffi è il nome X? La trattativa sul presidente, così può "saltare" il banco

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Senza un accordo, e una prospettiva chiara di legislatura, Mario Draghi non ha chance di trasferirsi al Quirinale. La sua speranza è che anche oggi, giovedì 27 gennaio, la giornata evapori in una fumata nera e tante schede bianche. Potrebbe così aprirsi un tavolo dei leader. Il premier propone loro un patto "sui ministri, su chi farà il presidente del Consiglio, sulla formula migliore per il governo, ma totalmente costruito e gestito dalle forze politiche. Il confronto dettagliato con il premier partirebbe solo in un secondo momento. Con lui al Quirinale e non più a Palazzo Chigi", rivela la Stampa.

 

Una trattativa continuerebbe anche se Draghi dovesse salire al Quirinale. Molti ancora gli ostacoli da superare, più difficili del coro di no alla candidatura del premier che viene raccolto in Transatlantico. C'è il veto di Silvio Berlusconi. A Draghi non convince neanche la strategia di Giuseppe Conte. "Luigi Di Maio lavora con un gruppo di fedelissimi per arrivare a Draghi, mentre il presidente del M5S continua a ribadire il suo no. Da quanto è stato riferito agli sherpa del presidente del Consiglio, l'avvocato in tasca avrebbe una strategia a due livelli, condivisa, a suo dire, con Letta e con Salvini. O si va su un nome terzo, di altissimo profilo, che possa convivere con Draghi premier, evitando contraccolpi sugli equilibri di governo, o si convergerà su Sergio Mattarella", scrive sempre la Stampa.

 

 

I nomi considerati più competitivi per andare a Palazzo Chigi con Draghi al Quirinale, sono la coordinatrice dei servizi segreti Elisabetta Belloni, l'ex ministro della Giustizia Paola Severino, e l'ex presidente del Consiglio di Stato Filippo Patroni Griffi. "Nomi che hanno certamente una levatura istituzionale e un apprezzamento da parte di Draghi, ma non sono figure politiche, e dentro il Pd considerano un problema il fatto che l'Italia si ritroverebbe al Quirinale e a Palazzo Chigi due tecnici", rivela la Stampa. E su Casini Capo dello Stato, dall'inner circle di Draghi fanno sapere di non credere ancora al trionfo dell'ex Udc. 

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