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Quirinale, un terremoto dopo Frattini? Il sospetto, tutto previsto: così Matteo Salvini può chiudere la partita

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Il nome di Franco Frattini ha avuto l'effetto di una bomba. Prima le indiscrezioni, poi il "no comment" della Lega e una sostanziale conferma: Matteo Salvini intenzionato a riproporre l'ex ministro per il Quirinale, nome da portare al vertice di centrodestra. Immediati, sono piovuti gli strali di Enrico Letta, "una provocazione", ma anche del M5s, "salta la maggioranza". E anche in quel di Fratelli d'Italia l'irritazione era parecchia: si pensi a Ignazio La Russa, che ha detto chiaro e tondo di non condividere il metodo. "Il nome non è nella lista", ha rimarcato.

 

Nome difficile, quasi impossibile considerati gli effetti che ha suscitato, quello di Frattini. Già, tentare la prova di forza al quinto voto in aula sarebbe un azzardo clamoroso, per Salvini: troppi franchi tiratori, troppi rancori, troppi interessi, troppi rischi. E, soprattutto, la crisi di governo sarebbe di fatto sicura, Mario Draghi o non Mario Draghi. E, questo lo si è capito, la crisi di governo la vogliono evitare tutti. Altrimenti, avremmo già trovato una soluzione.

E insomma, la sensazione è che Salvini abbia lanciato una sorta di sasso nello stagno. Per muovere nuovamente le acque, per cercare di arrivare a una soluzione sullo stallo-Quirinale che dura da giorni. Un passo in avanti, quello del leghista, forse necessario per "stanare" qualcuno tra gli alleati di centrodestra o quelli di governo. Una forzatura per limare gli ultimi punti di un accordo, ammesso che di "ultimi punti" si possa parlare.

 

Bene, ma quale accordo? Sul governo, impossibile a dirsi. Per quel che riguarda il prossimo presidente le ipotesi continuano a inseguirsi e sono quelle note. Sabino Cassese, certo, che non ha affatto smentito di essere in corsa e che raccoglie consenso trasversale. Sullo sfondo resta anche Giuliano Amato, nome su cui però nessuno sembra avere mai puntato. Dunque Elisabetta Belloni, su cui è arrivata un'apertura dal Pd: nome concreto, ma che sconta la peculiarità di un eventuale salto dal vertice dei servizi segreti al Quirinale.

Poi, certo, Mario Draghi. Che sembra sempre essere una pista più che percorribile. Le sue quotazioni, oggi, giovedì 27 gennaio, sono tornate a salire. Salvini ci pensa. E ancora, il premier ha telefonato a Silvio Berlusconi, mossa suggerita proprio dal leghista almeno stando a retroscena di stampa, una telefonata per far cadere il veto posto dal Cav sull'ex presidente della Bce. Ma non solo: Draghi, si è appreso, ha incontrato anche Antonio Tajani, numero due di Forza Italia. Una nota degli azzurri ha detto che la richiesta a Draghi è stata "sempre la stessa", ossia restare a Palazzo Chigi. Ma altre fonti parlano di un incontro propedeutico proprio per l'ascesa quirinalizia di Draghi.

Insomma, tutto deve ancora essere scritto. E si torna all'idea di Frattini, al nome lanciato da Salvini e al caos, preventivabile, che ha sollevato. Il sospetto, come detto, è che la mossa-terremoto sia mirata a vincere chissà quali altri resistenze. E per certo, la partita vera dietro a quest'elezione del presidente della Repubblica è quella sul governo. Perché pare quasi certo che Draghi non sarà più premier: né se andrà al Colle, né se non verrà eletto (in questo caso aleggia lo spettro delle dimissioni, da tempo). E se la vera partita è sul prossimo governo, chissà che lo scossone-Frattini non serva a chiuderla. Magari già questa notte, sbloccando - con la minaccia di un'azione di forza che tutti vorrebbero evitare - chissà quale indicibile casella...

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