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Quirinale, "quello che non cambia il maglione giallo da lunedì": lo "zozzone" in aula

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Le trattative per l'elezione del capo dello Stato continuano a essere "invisibili". Nessuno, se non pochissime persone, sa davvero cosa succede dietro le quinte tra i leader di partito. Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera ironizza su questo aspetto, ma anche sui personaggi che si aggirano per Montecitorio in questi giorni. Tra di loro c'è un uomo piuttosto misterioso: "Un tizio vestito da marinaio con un maglione giallo che non cambia da lunedì".

 

 

 

Ma non è tutto. Tra votanti, cronisti e portavoce c'è anche un uomo "con il Borsalino calato sulla testa che nessuno sa chi sia". Il punto, però, è che raramente si vedono o sentono i "big", quelli che stanno decidendo su quale persona puntare. Il giornalista del Corsera fa l'esempio di Matteo Salvini: "Spunta dal nulla nel Transatlantico affollato dai grandi elettori, lo attraversa a passo di carica, con una finta evita il leghista Claudio Borghi che vorrebbe congratularsi a prescindere, entra nell’emiciclo, vota, esce e fila via verso il portone principale". 

 

 

 

La situazione è la stessa anche quando si parla di Luigi Di Maio o Giuseppe Conte. Raccontando del primo, Roncone scrive: "Offre il corpo fasciato in un abito di sartoria napoletana e si lascia sfiorare, accarezzare, stringe mani e incede, un po’ ministro degli Esteri e un po’ sultano, un sorriso qua, un occhietto là, rassicurante come venti gocce di En. Ma anche lui: mai visto scambiarsi mezza parola in pubblico con Letta. O con Speranza".

 

 

 

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