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Quirinale, Marzio Breda: "Sergio Mattarella era contrario al secondo mandato. Ora è imponderabile"

Marzio Breda

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Il presidente della Repubblica era sempre stato contrario a un secondo mandato, da quando una sera rispondendo a Mario Draghi che gli aveva detto "se resti tu, resto anch'io", aveva risposto "lo sai bene come la penso su questo... Non parliamone neppure", come scrive Marzio Breda nel suo retroscena su Il Corriere della Sera. E Sergio Mattarella era "fermamente contrario, per ragioni costituzionali" a un suo bis al Quirinale.

 

 

Questo finché alle Camere è successo quello a cui tutti abbiamo assistito,"azzardi", "dilettantismo", "prove di forza", "sgangheratezze" e "mosse cannibalistiche", prosegue il quirinalista. Ed ecco quindi arrivare all'epilogo che Mattarella "temeva di più: l'iniziativa presa dalle Camere e dagli altri grandi elettori di chiedergli la disponibilità a restare in servizio, per mettere in sicurezza il Paese". E il presidente "lo temeva per un'Italia che ha messo a repentaglio la legittimazione dei partiti, più che per sé".

 

 

Adesso è inutile e stupido porre la questione della durata del mandato. Perché è quello dei sette anni, "salvo sue scelte personali, al momento imponderabili", conclude Marzio Breda. "Ha invece senso domandarsi quale sarà il suo programma da presidente confermato". In questo senso ci sono due esigenze: la prima è "sostenere gli sforzi delle autorità sanitarie e di governo nella lotta contro la pandemia; tutelare il Piano di ripresa e resilienza dal quale dipende la nostra concreta rinascita economica e sociale", la seconda "ha a che fare con il concetto di 'unità istituzionale e morale che ci tengono insieme' e ci fanno sentire 'partecipi del medesimo destino'", come ha detto nel discorso di fine anno Mattarella.

 

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