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Luigi Di Maio, "il Renzi del M5s". Travaglio insulta, il Fatto bombarda: la fine politica di Giggino?

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«Di Maio è il Renzi dei 5 Stelle. Beniamino dei giornaloni (quelli che gli davano del bibitaro), ma non più degli elettori (vedi insulti sui suoi social), ha giocato fin da subito per Draghi (che un anno fa voleva "uccidere in Parlamento"), contribuendo a mandarlo al massacro, contro il suo leader e il suo movimento. Ha incontrato, sentito e promesso voti a tutti, anche a quelli che quattro anni fa non voleva vedere neanche in cartolina. Ha definito "mia sorella" la Belloni, poi ha fatto di tutto per impallinarla. Per molto meno, se fosse ancora il capo dei Cinque Stelle, si sarebbe già espulso». Non sono le parole di uno dei tanti nemici politici dell'ex "Giggino o' bibitaro" ma è l'ultima parte dell'editorale di Marco Travaglio, il direttore del "Fatto Quotidiano", giornale notoriamente vicino alle posizioni grilline. Motivo? Pare che la disputa sia nata sul nome di Elisabetta Belloni come possibile candidata per il Quirinale che ha spaccato a metà il Movimento 5 Stelle. Conte e Salvini infatti hanno reso pubblica la candidatura del direttore generale del DIS che poi è stata bruciata. Di Maio ha criticato Conte, parlando del fallimento di alcuni leader durante la trattativa per il Colle e della necessità di un chiarimento nei 5Stelle. L'ex premier non si è sottratto al confronto anche davanti agli iscritti sottolineando che pure il ministro avrà delle cose da dire visto che era in cabina di regia. Travaglio ha fatto capire da che parte sta.

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