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Lega, nel mirino Giovanni Toti: "Ha tradito e deve pagare. Sta per vendersi la Liguria e andare a Roma"

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Giovanni Toti, presidente della Regione e leader dei centristi di Coraggio Italia, è sotto accusa da parte della Lega, a Genova: "Ha tradito, la deve pagare, vuole fare un accordo con i renziani e vendersi la Regione per andare a Roma", spiegano dal Carroccio. La Lega minaccia il ritiro degli assessori. "La Lega ora decide caso per caso chi sostenere". A fare infuriare i leghisti è stata la mancata votazione dei totiani per Elisabetta Casellati: "Una pugnalata alla schiena", riporta la Stampa.

 

L’indicazione è arrivata da Roma dai vertici nazionali del Carroccio: bisogna colpire e ridimensionare Toti dopo quanto accaduto a Roma. "Toti ha portato avanti con Renzi l’operazione su Casini a nostra insaputa", attacca il leghista Rixi, mentre Francesco Bruzzone dice che, "Toti si è vantato di aver spaccato il centrodestra, che lo aveva eletto presidente in Liguria". Mentre Rixi ricorda, "nel 2020 c’era un veto espresso di Berlusconi su di lui, siamo noi che lo abbiamo fatto togliere". Anche Fratelli d’Italia della Liguria critica il governatore: "Se un giorno Toti diventerà un leader nazionale, ben venga per lui. Ma oggi pensi a noi. Abbiamo una situazione sanitaria difficile e non solo per il Covid. Che lui stia qui e pensi a questo", annuncia il coordinatore regionale Matteo Rosso.

 

 

Toti ha poi risposto, senza rinunciare a qualche frecciata: "Se qualcuno pensa che lascerò la Liguria per candidarmi a Roma nel 2023 si sbaglia, resto qui. Ho fatto presente a Salvini e Meloni che una candidatura unilaterale del centrodestra non aveva chance. Mattarella? L’hanno votato tutti i partiti di governo. E per questo il sindaco di Spezia dovrebbe saltare? Ma cosa c’entra?. Non abbiamo mai messo in discussione l’alleanza quando da quei partiti arrivavano posizioni inconciliabili con le nostre su vaccini e Green pass». Renzi? Mi sono scambiato messaggi con lui. La proposta di una federazione può essere la soluzione alla crisi dei partiti, ma non è antitetica a una legge elettorale proporzionale, che credo debba essere almeno valutata. Noi restiamo nel centrodestra, ma il nostro ruolo deve essere quello di allargare il perimetro, anche a sinistra".

 

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