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Mario Draghi premier nella prossima legislatura? Il piano di Matteo Renzi: come può forzare il bis

Mario Draghi  

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Un Mario Draghi è per sempre? Già, il sospetto, come riporta affaritaliani.it, nasce sentendo le parole di Ettore Rosato, presidente di Italia Viva, il partito di Matteo Renzi: "Suggerisco di entrare in punta di piedi nel dibattito sulla legge elettorale. Primo, perché il Paese ha oggettivamente della altre priorità. Secondo, perché è un tema molto divisivo nella maggioranza di governo, come appare dalle primissime dichiarazioni. Non vorrei che dopo aver evitato il disastro sul presidente della Repubblica, qualcuno si cimenti in altro sabotaggio. Resta il fatto che una discussione si può certamente fare, ma chi contesta l'attuale legge deve ricordare che è stata approvata nonostante il voto segreto con la più ampia maggioranza della storia repubblicana. Le regole vanno scritte insieme"; ha affermato il renziano.

 

Insomma, Renzi - o chi per lui - sembra non lanciare il proporzionale, così come era prevedibile o ipotizzabile. Al contrario, sempre secondo affaritaliani.it, "Italia Viva non chiede ufficialmente il proporzionale perché sa che quando parla Renzi si scatena l'effetto esattamente contrario. E, comunque, i renziani sanno perfettamente che quello della legge elettorale è un tema estremamente divisivo e non ha alcuna possibilità di passare in Parlamento, pena una dolorosa crisi di governo", scrive il sito.

E come mai? L'attuale Rosatellum, con un terzo di maggioritario e due terzi di proporzionale, potrebbe permettere a Renzi di portare a termine il suo piano. Se al voto il centrodestra alla fine ci arrivasse unito, dall'altro lato si ripresenterà l'asse Pd-M5s, che ci sia Giuseppe Conte oppure nom insieme a Leu, Azione e +Europa.

Dunque Italia Viva potrebbe andarsi a collocare nel nuovo centro, dove potrebbero confluire diversi esponenti di spicco di Forza Italia. E a quel punto con un Parlamento probabilmente molto frammentato e in grande difficoltà nell'esprimere una maggioranza, ecco tornare il nome di Mario Draghi. Il premier perfetto, ragione per la quale, si sussurra, Renzi non lo voleva al Colle: per riproporlo a Palazzo Chigi, appunto. 

 

A spingere per Draghi, inoltre, le cancellerie e diversi centri di potere, oltre seppur in modo implicito, è prevedibile, anche Mattarella: in questo caso, i centristi potrebbero intestarsi sia il nome di Draghi sia la continuità dell'azione di governo. E sempre affaritaliani.it fa due calcoli: "Le previsioni che si fanno in Parlamento? Considerando che alla Camera i deputati, dopo il taglio, saranno 400, il Centrodestra potrebbe arrivare a 170 o anche 180 e il Centrosinistra attorno ai 150-160. I 40-45 del nuovo centro renziano-brunettiano-carfagnano sarà quindi determinante per il nuovo esecutivo". Dunque, si torna al punto d'inizio: Draghi, premier per sempre? O almeno anche nella prossima legislatura?

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