Il retroscena

Luca Zaia frena sulle espulsioni nella Lega: "C'è il diritto di replica", il caso che scuote il partito di Matteo Salvini

Le elezioni per il Quirinale hanno creato malumore dentro il centrodestra e dentro la stessa Lega. I botta e risposta tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono sotto gli occhi di tutti, mentre è più nascosta la tensione nel Carroccio. Stando a quanto riportato dal Giornale, infatti, la questione delle critiche interne al partito è finita al consiglio federale, dove Salvini avrebbe ammonito i leghisti: le cose vanno dette vis à vis e non sui giornali. Ma non è tutto, sempre il quotidiano cita alcune imminenti espulsioni di esponenti storici della Lega veneta, alcuni vicinissimi a Luca Zaia. Si tratta dell'europarlamentare Toni Da Re, il sindaco di Noventa padovana Marcello Bano, l'ex presidente della provincia di Treviso e colonnello zaiano Fulvio Pettenà, e Giovanni Bernardelli, leghista con 25 anni di militanza alle spalle.

 

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Il motivo? Avrebbero criticato l'operato del segretario. Più net dettaglio da Re si sarebbe scagliato "sull'ambiguità" del partito in fatto di vaccini, Pettenà sul Green pass, Bano invece ha contestato la scelta del candidato sindaco della Lega a Padova mentre Bernardelli non avrebbe appoggiato il candidato sindaco del partito a Conegliano.

 

 

Su quanto accaduto si è espresso lo stesso Zaia, dicendo che "le singole posizioni hanno una genesi e una storia personale. Poi c'è il diritto di replicare, controdedurre, i leghisti docg avranno modo di argomentare e di chiarire le loro posizioni". Insomma, il governatore del Veneto a differenza di Salvini sarebbe più propenso a chiudere un occhio. Succederà davvero? Chissà. Certo è che con Fratelli d'Italia la crepa della Lega è più difficile da saldare.