Polveriera a cinque stelle

Giuseppe Conte sul bis di Sergio Mattarella: "Di Maio? Non so cos'abbia fatto. Non tollererò guerre di logoramento"

Giuseppe Conte non intende tollerare “guerre di logoramento”. Lo ha dichiarato in una lunga intervista rilasciata a La Stampa, in cui ha parlato soprattutto delle tensioni interne con Luigi Di Maio. “La forza del M5s è di non cedere al correntismo della vecchia politica. Nessuno deve sentirsi indispensabile, nemmeno io - ha dichiarato l’ex premier - io sono qui per costruire e rilanciare il Movimento, non ho mai lavorato per distruggere e provocare divisioni”. Parole, parole, parole. Già, perché poche ore dopo il tribunale di Napoli, accogliendo il ricorso presentato da attivisti grillini, ha sospeso le delibere con cui era stato modificato lo statuto M5s per permettergli l'elezione a leader. Insomma, ora a capo del M5s ci sono tornati Beppe Grillo e Vito Crimi.

 

 

Ma nell'intervista, ovviamente, c'era anche altro. Per quanto concerne la partita del Quirinale, Conte non ha voluto riconoscere il ruolo di Di Maio nella rielezione di Sergio Mattarella: “Non so cosa abbia fatto concretamente. So solo che con i capigruppo abbiamo sempre vigilato perché quest’opzione crescesse giorno dopo giorno e rimanesse valida sino alla fine. All’inizio non c’era la disponibilità del capo dello Stato e non c’era una sufficiente maggioranza numerica. Siamo un movimento che osa, prova a cambiare le cose. Abbiamo tentato la strada di una donna autorevole al Colle, ce l’hanno sbarrata”. Spiegazione che stenta, quella dell'ex premier. Il punto è che sin dal primo giorno i voti per Mattarella pare arrivassero proprio dai grillini fedeli al ministro degli Esteri, in una sorta di minacciosa conta interna. Insomma, dire che Di Maio "non so cosa abbia fatto" per aprire al bis di Mattarella appare come minimo avventuroso.

 

 

Nel corso dell’intervista Conte ha parlato anche di altri due personaggi politici, Matteo Salvini e Alessandro Di Battista. Riguardo al dialogo con il leghista nei giorni del Quirinale, il leader grillino ha dichiarato che “non significa sotterfugi né accordi inconfessabili”. Mentre sulle parole di Dibba ha precisato che “il Movimento è entrato in questo governo consapevole di assumersi una responsabilità che va portata avanti sino a quando non verranno raggiunti gli obiettivi che ci siamo prefissati”.