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Aeroporto di Pisa, "armi nascoste tra gli aiuti umanitari": un terremoto politico

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I cosiddetti “pacifisti da divano”, quelli che vorrebbero la resistenza ucraina disarmata “per il bene del loro popolo”, qualsiasi cosa ciò voglia significare, hanno scatenato un territorio politico in Toscana. La denuncia di Irene Galletti e Silvia Noferi, consigliere regionali del Movimento 5 Stelle, è tutta da verificare ma piuttosto pesante: sostengono infatti che fra gli aiuti umanitari destinati all’Ucraina e in partenza dal cargo village dell’aeroporto di Pisa ci sarebbero anche carichi di armi.

 

 

Le due grilline hanno annunciato un’interrogazione alla Giunta per fare chiarezza: “Apprendiamo da fonti sindacali vicine ai lavoratori dello scalo aeroportuale civile di Pisa la notizia relativa ad aiuti umanitari destinati all’Ucraina contenenti, invece che vettovaglie, medicine ed altri generi di conforto, armi di vario tipo, munizioni ed esplosivi. Un carico che i lavoratori non si aspettavano di dover maneggiare e che ha spinto alcuni di loro a rifiutarsi di imbarcare i velivoli in partenza per le basi Nato in Polonia”.

 

 

“Non si può essere pacifisti a corrente alternata - accusano le due consigliere del Movimento 5 Stelle - e nemmeno fingere che i 30 milioni impegnati nella scorsa legislatura per migliorare i collegamenti ferroviari con la base militare di Camp Darby, dove sono stanziate e operano truppe statunitensi, non servano anche ad operazioni simili. Opera che tra l’altro è costata l’abbattimento di migliaia di alberi in un’area di parco, poi costretta anche a modificare paesaggistiche di rilievo”.

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