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Silvio Berlusconi incontra Matteo Salvini? E Giorgia Meloni... il centrodestra sta per crollare

Elisa Calessi
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È la quarta volta che si vedono nel giro di poche settimane. Ed è la quarta volta che spicca l'assenza del terzo partner del centrodestra, Giorgia Meloni. Prima ancora di quello che Matteo Salvini e Silvio Berlusconi si sono detti la notizia è in questa frequentazione. Segno, cioè, di un asse tra Lega e Forza Italia sempre più stretto. E deciso a marcare una differenza, oltre che una "massa critica", rispetto al terzo azionista, Fratelli d'Italia. È il "centrodestra di governo", espressione che ormai è diventata usuale in molti comunicati per rimarcare un'altra squadra nella squadra più grande, il centrodestra. 

 

O «l'esistenza di due centrodestra non necessariamente ricomponibili», come osserva Gianfranco Rotondi, vicepresidente dei deputati di Forza Italia e presidente di Verde è Popolare. L'incontro di ieri ad Arcore è stato «lungo e cordiale» (Salvini ha portato in regalo un uovo di cioccolato) ed è servito a fare il «punto della situazione politica con riferimento alla riforma fiscale e alla necessità di non aumentare le tasse per famiglie e imprese». I temi della chiacchierata sono stati due: la riforma del catasto e il decreto concorrenza, con la norma sui balneari. Sulla prima i due hanno confermato la scelta di fare muro contro ogni possibile aumento delle tasse sulla casa. Finché non ci saranno le modifiche chieste, Lega e Fi non voteranno il decreto fiscale. Sia il capo del Carroccio che quello di Fi sono un po' delusi: dopo l'incontro con Draghi prima di Pasqua, si aspettavano una convocazione da parte di Palazzo Chigi o del Mef per valutare le promesse modifiche. Invece non è arrivata. Così come non è piaciuta, dentro Fi, la risposta che Draghi ha dato nell'intervista al Corriere su questo, laddove ha detto che ogni modifica dovrà essere concordata con il Pd. Ed è in alto mare il dossier sui balneari, oggetto di un vertice tra maggioranza e governo. 

Ma la soluzione ancora non si è trovata. Nel comunicato che gli staff dei due leader hanno diffuso non si parla di elezioni amministrative. E, anzi, si nega che i due ne abbiano parlato. Ma è difficile immaginare che, a meno di due mesi dal primo turno elettorale, non si sia affrontato l'argomento. Soprattutto, che non si sia parlato di Palermo, il caso più spinoso. Città in cui, alla fine, si presenteranno, distinti e divisi, i due centrodestra. Lega e Fi, infatti, proprio ieri hanno trovato l'accordo su un ticket formato da Francesco Cascio, indicato dagli azzurri, e, come vice, Alberto Samonà, uomo della Lega. Fdi, invece, correrà da sola. E sono in molti a chiedersi se, come spesso accade in Sicilia, sarà il laboratorio di uno schema nazionale. Si vedrà. Intanto, però, Salvini e Berlusconi cementano il loro patto. In questo progressivo riavvicinamento aiuta anche la passione sportiva. 

 

Il leghista è un tifoso milanista da sempre. E proprio allo stadio San Siro, in occasione della partita tra i rossoneri e il Bologna, il 5 aprile, i due si erano incontrati, sotto la vigile e attenta presenza della senatrice azzurra Licia Ronzulli, responsabile nazionale di Fi per i rapporti con gli alleati del centrodestra. Peraltro in tribuna c'era anche Romano Prodi, tifoso bolognese, con cui Berlusconi aveva scambiato qualche battuta. Prima ancora si erano visti a a Villa San Martino e il 19 marzo al pranzo delle "nozze non nozze", a Villa Gernetto. Occasione conviviale in cui Salvini era l'unico alleato invitato. Quattro incontri, quattro indizi, che fanno una prova. Anzi, una certezza.

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